Quando si dice: i casi della vita!! Per una di quelle strane e significative coincidenze, più o meno contestualmente alla pubblicazione dell’inchiesta della Corte dei Conti sui limiti del meccanismo del 5X1000 al non profit
è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il Decreto Legge 28 dicembre 2013, n. 149, che introduce tra le altre cose il meccanismo del 2X1000 a favore dei partiti. Su Vita il provvedimento era stato più volte preannunciato e criticato con l’accusa di introdurre agevolazioni fiscali per i partiti, molto più vantaggiose di quelle in vigore per le organizzazioni del Terzo Settore:
http://www.vita.it/politica/leggi-norme/i-furbetti-del-finanziamento-ai-partiti.html
È ammessa la detrazione del 37% (per importi da 30 a 20.000 euro) o del 26% (per gli importi da 20.001 a 70.000 euro) per le erogazioni liberali delle persone fisiche ai partiti.
È ammessa la detraibilità del 75% delle spese sostenute dalle persone fisiche per la partecipazione a scuole o corsi di formazione politica promossi o organizzati dai partiti (limite massimo di detraibilità: 750 euro).
È ammessa la detraibilità del 26% delle spese per erogazioni liberali delle società verso i partiti (per importi compresi tra 50 e 100.000 euro)
È imposto un limite alle spese di commissione bancaria dei versamenti a favore dei partiti effettuati tramite carte di credito e debito (non superiore allo 0,15% dell’importo transato)
È riconosciuta un’esclusione dal campo iva dei proventi derivanti da raccolte telefoniche (sul punto, per la verità, si era già favorevolmente espressa l’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione del 12/08/2005 n. 124 in relazione agli sms solidali tout court).
È infine introdotto l’istituto del 2X1000 con limiti di spesa che passano dai 7,5 milioni per il 2014 ai 45,1 milioni a decorrere dal 2017 (ovvero dal momento in cui l’abolizione del finanziamento pubblico dovrebbe andare completamente a regime).
Alcune brevi considerazioni.
Parlare di finanziamento dei partiti, oggi, è tema no caldo; scottante!! Lo è ancor di più di fronte ad una crisi economica che è in gran parte imputabile non solo al malaffare della classe politica ma anche e soprattutto alla sua incapacità di governo. La democrazia tuttavia ha i suoi costi ed è legittima, anzi meritoria, la predisposizione di un quadro normativo che garantisca trasparenza e favorisca il reperimento di queste risorse in modo peraltro analogo a quanto accade in altri paesi, ovvero lasciando direttamente ai singoli cittadini il compito di stabilire se e quanto contribuire. [1]
http://www.vita.it/politica/partiti/raccolta-fondi-i-politici-italiani-hanno-il-braccio-corto.html
In tal senso, va sottolineato che il Decreto Legge licenziato dal Governo dovrebbe comportare una graduale abolizione del sistema di finanziamento pubblico, liberando risorse a vantaggio della Finanza pubblica.[2]
D’altro canto è pur vero che la differenziazione tra il regime agevolativo dei partiti e quello degli enti non profit, rischia di alterare il loro rapporto di concorrenza a svantaggio dei secondi. [3]
Il Legislatore, con la precedente Legge 26 luglio, n. 96[4], aveva cercato di mantenere un tendenziale equilibrio elevando le aliquote di detraibilità a favore sia dei partiti che degli enti non profit[5].
La scelta attuale sembra essere di segno opposto. Il confronto tra la stabilizzazione per legge del 2X1000 dei partiti e l’instabilità cronica del 5X1000 degli enti non profit è emblematico di questa disparità normativa e risulta ancor più stridente in relazione alle criticità recentemente esposte della Corte dei Conti e rispetto ai dati Istat sull’importanza crescente del Terzo Settore sul sistema produttivo italiano.
Non ci resta che concludere con il medesimo auspicio di un anno fa[6], relativo ad un’Agenda sociale che iscriva tra le priorità politiche del Paese la promozione del Terzo Settore a vantaggio dell’intero sistema economico e sociale.
Anzi, mi piace rilanciare una proposta che sempre un anno fa fece sul suo Blog Paolo Venturi e che fu poi rilanciata da Riccardo Bonacina. A quando un nuovo Ministero per l’Economia Sociale, sulla scorta di quanto già avviene in Francia?
http://blog.vita.it/cooperare/2013/01/07/un-ministero-delleconomia-sociale/
http://www.vita.it/politica/governo/caro-letta-ora-il-ministero-dell-economia-sociale.html
[1] Si veda la ricerca del centro Studi sul non profit: https://docs.google.com/file/d/0Bx2Kf3dQShWqamdZeUNLMVpTQ0k/edit?usp=sharing
[2] Più precisamente a favore del Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato. Si veda l’art. 17.
[3] Basti pensare che, ai sensi dell’art. 15 co. 1.1 del Tuir la detraibilità massima per le donazioni delle persone fisiche ad Onlus & Co. è del 26% per un importo non superiore a 2.065 euro. Oppure si pensi alla mancanza di norme analoghe a quelle di cui ai punti 2 e 4.
[4] Che aveva modificato l’art. 15 del Tuir ai commi 1.1 e 1-bis.
[5] Anche se un discrimine veniva comunque assicurato a vantaggio dei partiti nell’individuazione di un tetto di spesa superiore (10.000 anziché 2.065 euro). Vedi l’abrogato art. 15 co. 1-bis del Tuir.
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