Mentre gli ultimi fiori dei candidi ciliegi volteggiano ovattati verso terra, non c’è più traccia degli ultimi islandesi che hanno lasciato Milano. La settimana del design è passata ed ora quel brusio fatto di tutte le parole del mondo che aleggiava per la città è solo più un lontano ricordo. Noi abbiamo lavorato bene e tanto e abbiamo ripreso il solito tran tran (vedi post precedente).
Tropi sta cucendo nuove borse nella sartoria di Borseggi, i ragazzi nel laboratorio di falegnameria di Plinioltre stanno montando nuovi mobili. Enrico è andato a vedere il mare «Erano 15 anni che non lo vedevo! ». Da quando è fuori lavora con noi, in cooperativa. Come Giovanni, che parla sempre e a volte (frose) troppo. Con loro, tanti altri. L’ultima, la giovane Adriana (che non si chiama così, ma poco importa), madre di una bambina. Ogni mattina l’ultima chiave del carcere apre l’uscita per Adriana che arriva svelta e sorridente, per poi rientrare tra le mura di sera.
Insieme, tutti loro, stanno imparando un modo diverso di stare, fatto di cose da fare e da rispettare. Insieme, stanno riscrivendo un nuovo dizionario del “fuori” che a volte sembra più difficile del “dentro”. Un lavoro li tiene occupati di giorno e – per i più fortunati – gli affetti di sera.
«Sai – mi dice Paolo – a volte quando sono fuori, in mezzo alla gente, ho come paura. Non so mai cosa dire. Mi sento a disagio. In carcere, soprattutto per noi uomini, sembra più facile. Fai il duro, alzi la voce e vai avanti. Qui è tutto diverso».
La corte di Assise di Taranto ha condannato Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano all’ergastolo per l’uccisione di Sarah Scazzi, la ragazzina di Avertano uccisa il 26 agosto 2010. Rehtaeh Parsons, una giovaneragazza canadese di 17 anni, si èsuicidata dopo essere stata violentata da un gruppo di coetanei e dopo che la sua foto è finita su Facebook. A Boston stanno ancora piangendo il piccolo Martin ucciso dalle bombe mentre aspettava il suo papà.
«Resterò in carica finchè avrò forze» ha affermato oggi Giorgio Napolitano al Parlamento durante la cerimonia per la sua rielezione. Sì, ha ragione Paolo, “fuori” è davvero diverso. Abbiamo un mondo feroce, violentato da noi stessi e un Paese-bambino che sta ammazzando di fatica e di dolore il suo presidente solo perché non è capace di crescere.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.