Cultura

Quanti modi ci sono per donare?

di Luigi Maruzzi

Concedere, assegnare, devolvere. Conteggiare, riconoscere, valorizzare. Versare, bonificare, accreditare. Liquidare, anticipare, saldare. Sono solo alcuni dei termini che vengono adoperati dagli uffici di un ente di erogazione per indicare le varie tappe attraverso cui il dono viene prima ‘promesso’ e poi (finalmente) entra nelle casse dell’organizzazione nonprofit, beneficiaria di un contributo.

Ma questa è la parte più appariscente e tangibile del sostegno filantropico. Esistono altre varietà di doni che, depurati della componente monetaria, mirano a trasferire conoscenze, tecniche e informazioni che di questi tempi sembrano difficilmente reperibili (forse più dei finanziamenti stessi): io li chiamo “doniliquidi”.

Sono molti gli argomenti che richiederebbero un donoliquido. Donoliquido è spiegare ad un volontario come si prepara un piano economico a supporto di una richiesta di contributo; e non limitarsi solo a questo, ma incontrarlo, apprendere direttamente da lui quali sono le particolarità della sua iniziativa; e infine provare a stendere insieme una versione beta del piano. Insomma, dopo le “regole del gioco”, basta aggiungere anche la fase ‘laboratoriale’.

L’altra importante caratteristica dei doniliquidi è evidentemente rappresentata dalla loro gratuità, che non bisogna dare per scontata. Lo spettro delle opportunità offerte agli enti nonprofit varia infatti da servizi gratuiti ma senza un contenuto ‘certificato’, a servizi validi ma disponibili solo dietro adeguato compenso.

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