Dopo un lungo e partecipato percorso di condivisione e costruzione dal basso, mercoledì 22 gennaio è stata presentata alla stampa nazionale – a Roma nella sala della Promototeca del Campidoglio – l’Arena di pace e disarmo del prossimo 25 aprile, un grande raduno di persone, associazioni, movimenti per la pace, la solidarietà, l’impegno civile, che hanno risposto all’appello Oggi la resistenza si chiama disarmo e la liberazione si chiama nonviolenza, sottoscritto da padre Alex Zanotelli e da molte autorevoli personalità della vita civile, sociale e culturale del nostro Paese. In una fase storica nella quale i diritti sociali sono costituzionalmente garantiti ma strutturalmente ripudiati da continui tagli finanziari, mentre enormi risorse sono utilizzate per la preparazione della guerra, al contrario costituzionalmente ripudiata ma strutturalmente preparata, questo appello pone autorevolmente il tema urgente e rimosso del disarmo, e della redistribuzione civile delle spese militari, al centro dell’agenda della politica nazionale, nella data simbolo della nostra storia repubblicana, la Festa della Liberazione dal fascismo e dalla guerra.
L’Appello
“L’Italia ripudia la guerra – scrivono i promotori dell’Appello – ma noi continuiamo ad armarci. Crescono le spese militari, si costruiscono nuovi strumenti bellici. Il nostro Paese, in piena crisi economica e sociale, cade a picco in tutti gli indicatori europei e internazionali di benessere e di civiltà, ma continua ad essere tra le prime 10 potenze militari del pianeta, nella corsa agli armamenti più dispendiosa della storia. Ne sono un esempio i nuovi 90 cacciabombardieri F35″, il cui programma completo tra acquisto e manutenzione supererà i 50 miliardi di euro.
A partire da questa costatazione, i promotori fanno un’analisi della spesa pubblica rileggendo i concetti di sicurezza e difesa dei cittadini: “gli armamenti sono distruttivi quando vengono utilizzati e anche quando sono prodotti, venduti, comprati e accumulati, perché sottraggono enormi risorse al futuro dell’umanità, alla realizzazione dei diritti sociali e civili, garanzia di vera sicurezza per tutti.” Gli armamenti non solo non rappresentano affatto una “difesa” dei diritti essenziali della nostra vita – “il diritto al lavoro, alla casa e all’istruzione, le protezioni sociali e sanitarie, l’ambiente, l’aria, l’acqua, la legalità e la partecipazione, la convivenza civile e la pace” – ma sono costitutivamente generativi di fame, impoverimento, miseria, insicurezza globali. Gli armamenti per un verso cercano sempre “nuovi teatri e pretesti di guerra” e, per altro verso, “impediscono la realizzazione di forme civili e nonviolente di prevenzione e gestione dei conflitti che salverebbero vite umane e risorse economiche”.
Dunque, la proposta dell’Appello è la costruzione di una nuova “politica di disarmo”, attraverso un’assunzione di responsabilità personale da parte di tutti coloro che parteciperanno all’Arena del 25 aprile, per scrollarsi dalle spalle l’illusione che la sicurezza collettiva possa fondarsi sugli armamenti e la paura di essere troppo deboli per poter cambiare strada. “Rimettersi in piedi” – concludono i promotori – “con il coraggio della responsabilità e della partecipazione per disarmarci e disarmare l’economia, la politica, l’esercito”.
La Campagna
L’Arena di pace e disarmo – che è promossa da personalità civili, come Mao Valpiana e Carlin Petrini, sindacali comeSusanna Camusso e Maurizio Landini, culturali come Goffredo Fofi e Maurizio Pallante, religiose come Renato Saccoe Luigi Ciotti , artistiche come Moni Ovadia e Fiorella Mannoia, della comunicazione come Gianni Minà e Gad Lerner, inun elenco che si allunga di giorno in giorno – nasce recuperando una tradizione partita negli anni ’80 del ’900, ma attualizzata dall’Alleanza tra le reti della pace, il disarmo e il mondo del Servizio civile nazionale che nel 2013 hanno realizzato il 2 giugno Festa della Repubblica che ripudia la guerra e celebrato il 2 ottobre Giornata della nonviolenza per il disarmo. Se vuoi la pace prepara la pace. Con la difesa nonviolenta.
In continuità con questa Alleanza, in conferenza stampa Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana per il disarmo, ha annunciato che dall’Arena sarà lanciata una campagna per la “difesa civile” per consentire a tutti i cittadini di “accedere ad una opzione fiscale relativamente ai fondi per la Difesa: cioè poter scegliere se finanziare quella militare e armata o quella civile e nonviolenta”. E Primo Di Blasio, presidente della Conferenza nazionale degli enti di servizio civile, ha ricordato che la difesa civile, non armata e nonviolenta è già prevista dall’ordinamento del nostro Paese ed è rappresentata dal Servizio civile nazionale “che oggi subisce tagli finanziari pesanti, mentre le spese per la difesa militare non vengono intaccate. Noi chiediamo una parità di trattamento tra le due forme di Difesa riconosciute dallo Stato”. Si tratta dunque di una Campagna per realizzare compiutamente l’art. 52 della Costituzione, attraverso una opzione nonviolenta per la pari dignità affinché, così come i giovani debbono poter scegliere se difendere la Patria in modalità civile o militare, allo steso modo tutti i cittadini debbono poter scegliere se finanziare la difesa civile o quella militare.
Infine, da Roma sono stati lanciati i Comitati promotori locali di Arena Pace e Disarmo, che dopo il 25 aprile diventeranno i comitati promotori della Campagna di opzione nonviolenta per il disarmo e la difesa civile. Nuovi comitati di liberazione nazionale dalla guerra e dalla sua preparazione.
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