Cultura

Non è affare di Stato

Le nuove zuffe tra guelfi e ghibellini si sviluppano in uno stato di confusione.

di Angelo Panebianco

Le nuove zuffe tra guelfi e ghibellini si sviluppano in uno stato di confusione e di non chiarezza in cui, spesso, la povertà e la contraddittorietà degli argomenti che gli uni e gli altri portano per difendere le proprie ragioni sono stupefacenti. Sembra anzi che queste stesse ?ragioni? non siano nemmeno del tutto chiare a coloro che le sostengono. Sia consentito a uno che di solito viene assegnato ?in quota ai laici? di non sentirsi rappresentato, sulla scuola, sulla fecondazione assistita, sulle coppie di fatto, in nessuno schieramento. Si prenda l?imbarazzantissimo caso (per i laici) delle coppie di fatto. Con la pelosissima scusa di volerle ?tutelare?, i cosiddetti laici vogliono irregimentare anche le coppie di fatto. Ma come, la coppia di fatto è una delle pochissime scelte di libertà che è rimasta in questo (peraltro sgangherato) Stato di polizia. La coppia di fatto è una scelta di libertà ?alla faccia? dello Stato.Come tutte le scelte di libertà, essa comporta rischi. È questa, precisamente, l?essenza della libertà: di essere rischiosa. Senza rischi non c?è libertà. Ed è per questo che il solo modo per ?tutelare? quella scelta è impedire che lo Stato ci metta becco, impedire che la regolamenti. E, naturalmente, anche impedire che la coppia di fatto abbia, in quanto tale, ?diritti?. Ma i tanti fautori ?laici? dello Stato etico, non possono tollerare l?esistenza di una condizione (felicemente) anarchica di tal fatta. E così, con la scusa di ?conferire diritti?, vanno a regolamentarla (e già si parla – orrore- di ?registri delle unioni civili? e altri modi subdoli per porre sotto il controllo burocratico dello Stato anche una delle poche oasi di libertà rimaste). Coloro che apprezzano la libertà, credenti o non credenti che siano, dovrebbero spendere qualche ragionamento più approfondito sia in merito alla fecondazione assistita, che per le coppie di fatto, che, infine, per la libertà di insegnamento.


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