Donne e cooperazione: 30 anni di assistenza domiciliare “al plurale”

di Alessandra Piraino

“Unite non ci ferma nessuno”: questo il loro motto!

Era il 1983 quando 14 donne, 14 amiche, armate di entusiasmo decidono di lanciarsi in una nuova esperienza. Ad unirle; volontà, passione e un desiderio: creare una cooperativa sociale.

Siamo in Trentino, e proprio in questi giorni la storica cooperativa FAI– Famiglia, Anziani, Assistenza – della rete consortile del consorzio Con.Solida Trento festeggia 30 anni di attività. “Era un’esperienza per noi totalmente nuova – racconta Emanuela Caldini, socia fondatrice e tuttora lavoratrice della cooperativa – ma eravamo rassicurate dal fatto che stavamo insieme. La passione di costruire qualcosa di buono e la voglia di lavorare sono stati i sentimenti che ci hanno accompagnate alla nascita della cooperativa e per tutti gli anni a seguire”.

 

Fai della Paganella, questo il luogo da cui prende il nome la prima cooperativa di assistenza domiciliare in Trentino. Perché questo nome? È stato a Fai della Paganella che nel 1983 si è tenuto il primo corso per assistenti geriatriche gestito a Casa Serena per l’Associazione professionale italiana collaboratori familiari di Roma (Apicolf). La cooperativa partì con un primo contratto di 30 ore settimanali. Già dalla fine dello stesso anno, grazie anche alla fiducia del Comune di Trento e all’effettivo bisogno presente sul territorio, le ore sono diventate 5000.

Oggi, la cooperativa FAI conta 119 donne lavoratrici su 131, e il 50% è di origine straniera.

“FAI è una cooperativa di donne. Fondata da donne, gestita da donne, lavorata duramente da donne – racconta l’attuale presidenteMassimo Occello. E io provo per tutte loro una profonda ammirazione.”

Caro Massimo…ma come si trova a lavorare con tutte queste donne? “Stupendamente! Sono davvero molto contento e fiero di loro! Le stimo molto perché non hanno mai rinunciato alle radici che hanno portato alla costituzione della cooperativa. Sono donne forti, la metà delle quali è di origine straniera. In cooperativa si parlano molte lingue diverse ma con uno spirito che le accomuna tutte: lo stare insieme!”

“Trent’anni fa per merito di Marcella Nardelli, della sua amica Andreina Comparsi, di un gruppo tenace di poche altre ragazze,  FAI ebbe uno slancio che dura ancora: il valore della solidarietà, il rifiuto dell’egoismo perché in Cooperativa si parla plurale’. – continua Massimo – E poi sorriso, fermezza, ascolto, vicinanza nel bisogno. E ancora rigore, equità, rispetto, umiltà, orgoglio, protezione dei deboli. Coniugati con flessibilità, modestia, scaltrezza, sogno e chissà quant’altro. FAI con questo DNA centrifuga gli opportunismi e le letargie. Nelle difficoltà stringe i denti e cinghia. Non conosce la paura. Perché è femmina e sta dalla parte della vita“.

Sono più di un milione e duecento mila le imprese femminili attive in Italia e di queste l’1,2% sono cooperative.

“Le donne sono delle vere e proprie cooperatrici: sanno aiutarsi e sostenersi – afferma Marcella Nardelli. Noi abbiamo vissuto l’esperienza sulla nostra pelle. Pur con le difficoltà di gestione, siamo sempre riuscite a superare le difficoltà, unite dal comune obiettivo che ci eravamo poste all’inizio: quello di rispondere al bisogno di assistenza degli anziani”.

 30 anni a oggi…e poi?

La FAI dipende oggi per l’87% da risorse pubbliche. Quest’anno alcune risorse sono state convogliate dalla Provincia autonoma direttamente alle famiglie attraverso gli “assegni di cura”. Questo cambia le cose e crea un nuovo mercato, che richiama anche nuovi soggetti in concorrenza tra di loro.

“La cooperativa si sta strutturando per intercettare questa domanda privata – afferma il presidente Massimo Occello – che richiede l’attivazione di nuovi servizi. Le famiglie hanno bisogno di una assistenza più articolata e flessibile. Questo richiede un radicale cambio di mentalità da parte degli operatori. Stanno entrando nel lessico della cooperativa parole come piano di marketing, promozione, customer satisfation. La cooperativa dovrà essere veloce nella risposta alla domanda, coesa al proprio interno, molto organizzata. Stiamo investendo molto in formazione, gestione del personale, sviluppo e innovazione. Servirà anche molta più capacità di fare sistema tra le cooperative del settore”.

2+2=10! La matematica imperfetta degli esseri umani, quando stare insieme e darsi forza crea un risultato che esiste e resiste da così molti anni…Auguri!

Grazie a Miriam e a Paola del consorzio Consolida per l’ immagine e per il prezioso supporto nella realizzazione di questo post.  E grazie a Massimo Occello per l’intervista rilasciata!


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