Famiglia

Bambini: più ansia dopo 11 settembre

Lo rivelano i dati di Telefono Azzurro. Il ruolo dei tg. L'antidoto? Spendere più tempo con i figli

di Giampaolo Cerri

Bambini sempre piu’ attanagliati da paure ed ansie dopo la tragedia dell’11 settembre. A rilevarlo e’ un’indagine di Telefono Azzurro, dalla quale risulta che le telefonate di minori motivate da paura sono quasi triplicate e le consulenze effettuate hanno registrato un picco passando dal 3,4% dei casi di particolare rilevanza del 2000 al 6,2% del 2001 all’8,9% dei primi sei mesi del 2002.
”Ci stiamo avviando – e’ l’allarme lanciato dall’associazione – ad una triplicazione delle telefonate motivate da paura, su cui incidono certamente le immagini e le notizie di attentati e guerra che passano ormai quotidianamente in televisione, in particolare nei TG”. Ma chi sono i bambini che si sono rivolti a Telefono Azzurro per chiedere aiuto in relazione a problematiche relative alla paura? Sono principalmente femmine (59,1%), di eta’ compresa fra 11 e 14 anni (49%; a seguire: 0-10 anni: 38,6%; 15-18 anni: 12,4%); chiamano prevalentemente dal Sud, in particolare dalla Sicilia (17,9%), dalla Campania (15,7%) e dalla Puglia (12,1%); sono bambini italiani (91% vs 9% stranieri) e nel 33,6% dei casi figli unici; nel 74,5% dei casi vivono con entrambi i genitori. A fronte di tale emergenza, Telefono Azzurro ha messo a punto un vademecum per spiegare a genitori e insegnanti come aiutare i bambini a superare lo smarrimento e il trauma delle immagini delle Twin Towers e della guerra in Afghanistan. Fanatismo, fondamentalismo, talebani, Twin Towers sono parole troppo difficili per i piccoli, che invece, rileva l’indagine, sono tormentati dalle immagini di chi si gettava dalle torri o dei bambini feriti nei bombardamenti della guerra.
I bambini sotto i 2 anni, non potendo esprimere verbalmente le proprie emozioni in modo compiuto, possono manifestare: eccessiva ansia di essere allontanati dai genitori; eccessivo attaccamento ai genitori stessi; irritabilita’; pianti improvvisi ed apparentemente ingiustificati. I bambini tra i 3 e 5 anni possono anche manifestare insicurezza; timori ingiustificati (di animali, mostri), ripetizione dei drammatici eventi nei giochi e nei disegni; ritorno a comportamenti precedentemente abbandonati (succhiarsi il dito, paura del buio). I bambini delle scuole elementari (6-10 anni) cominciano invece a comprendere il significato di un attentato terroristico o di una guerra, chiedono spiegazioni e in loro si possono riscontrare ansia, paura e preoccupazione per se’ e per altre persone; scarso rendimento scolastico e cambiamenti comportamentali; disturbi del sonno e dell’appetito. Gli adolescenti, poi, possono arrivare a somatizzare il disagio con sintomi fisici (nausea, mal di testa, disturbi del sonno).
Il consiglio ai genitori e’ di dedicare molta attenzione ai figli; trovare il tempo di stare di piu’ con loro, spiegando con parole semplici l’accaduto; controllare il loro stato fisico, per l’eventuale somatizzazione dello stress; proteggerli da ripetute esposizioni alle immagini traumatiche. Per i ragazzi piu’ grandi, Telefono azzurro consiglia anche ai genitori di rivolgersi ad esperti in presenza di comportamenti aggressivi e autodistruttivi persistenti. Quanto agli insegnanti, e’ importante che aiutino i bambini a esprimere i loro pensieri e le emozioni, che li aiutino a capire le culture diverse, ad evitare i giudizi affrettati, le colpevolizzazioni. Basilare e’ anche approfondiscano i temi della guerra, del terrorismo, della situazione internazionale, politica e religiosa. Un aiuto utile puo’ venire dallo psicologo della scuola, laddove presente. In concreto: programmare momenti specifici dedicati alla discussione, magari in piccoli gruppi; discutere su come i mass media hanno trattato l’evento; rispondere a tutte le domande, anche di fronte a ripetute richieste su dettagli cruenti, esortando subito dopo a riprendere l’attivita’ in svolgimento; non addolcire la pillola, ma usare i termini giusti per parlare degli avvenimenti (‘e’ morto’, non ‘e’ scomparso’)

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