Formazione

#calabriAttiva, a scuola di cambiamento

di Serena Carta

Contaminano, stimolano, innovano, provocano, condividono, resistono, rivoluzionano. Anna Laura, Josephine, Francesco, Domenico, Dario, Francesco, Paola, Alessio. Under-35 con un destino in comune: essere calabresi e investire sogni ed energie nella regione che gli ha dato i natali. Presidiandola e raccontandola. Mettendoci la faccia e sporcandosi le mani per riscattarla da quella semplificazione mediatica che ne fa, solo, terra di ‘ndrangheta; per farla uscire dall’immobilismo a cui una cultura del vittimismo e dell’omertà l’ha condannata; per evidenziarne le potenzialità. Ho parlato con ciascuno di loro e in tre post vi racconto come stanno trasformando la Calabria, e l’Italia.

Anna Laura Orrico, “project management del cambiamento”


«Sogno di costruire qualcosa di mio da consegnare alla mia terra, voglio rischiare» mi ha detto Anna Laura Orrico quando l’ho chiamata per farmi presentare la sua Calabria. Oggi è tra i co-fondatori del TAG Cosenzail primo Talent Garden del sud Italia che sta per aprire le sue porte a Rende.

Un passato di attivismo e impegno politico caratterizza la storia di Anna Laura, 33 anni. Tutto è partito quando ha preso le redini di Io resto in Calabria, movimento di opinione fondato dall’imprenditore Pippo Callipo che in seguito a un attentato intimidatorio ai danni del suo stabilimento, alla domanda di un giornalista “Presidente adesso cosa farà? Abbandonerà anche lei la Calabria?”, rispose “No, io non vado via. Io resto in Calabria”. Quando nel 2009 Callipo fu invitato a candidarsi alle elezioni regionali dell’anno successivo per mettere la sua visione e determinazione al servizio della politica, Anna Laura entrò a fare parte della segreteria politica del candidato insieme ad altri 10 ragazzi tra i 25 e i 30 anni: «Volevamo restituire la politica alla gente. Io, in particolare, mi occupavo di fare da mediatrice con il mondo della società civile». Callipo ottenne  il 10% e non entrò in Consiglio regionale, ma l’esperienza di Io resto in Calabria continuò e Anna Laura ne assunse la presidenza. «Sono stati anni di grande fermento – racconta – L’obiettivo dell’associazione era soprattutto quello di rendere i giovani consapevoli dell’importanza di essere cittadini attivi, per difendere il bene comune dal basso. Abbiamo promosso diverse iniziative, come “Gocce di (buona) politica”, una scuola di cittadinanza attiva e partecipazione politica che per 3 edizioni ha coinvolto giovani calabresi per parlare di come funziona la politica, come la si comunica e come la si fa. Una manifestazione di cui vado particolarmente fiera è anche il Calabria day, una kermesse in cui abbiamo condiviso storie positive sulla Calabria. Intorno a questa giornata abbiamo costruito una rete di 108 partner, testimoni di una Calabria che non non è solo malaffare e dove un’alternativa è possibile».

Anche lei è un “cervello di ritorno”. Gli anni tra il 2004 e il 2009 li ha trascorsi all’estero; voleva lavorare nella cooperazione internazionale e ha vissuto per un po’ anche in Burundi. Rientrata per motivi familiari, “è inciampata” nell’impegno politico e non se n’è più allontanata. «Vivere all’estero ti apre la mente: ti aiuta a capire chi sei e quali sono i tuoi limiti. Ti fa riconoscere le risorse che ci sono nella tua terra, anche se quando eri lì non le vedevi. Così, quando torni, porti con te una carica che è mista a una rabbia positiva e vorresti riappropriarti di quello spazio che ti è stato sottratto perché svalorizzato e depotenziato».

Con le sue parole, Anna Laura mi fare un viaggio nella Calabria degli imprenditori «puliti e onesti». Mi dice che è stato il processo del fare rete a mostrarle il meglio del capitale umano e territoriale calabrese. Il TAG stesso è il risultato di un network formato non solo dai 6 co-fondatori, ma anche dalla nuova generazione di innovatori rappresentata da realtà come Startup Calabria, il Gruppo Giovani Imprenditori Reggio Calabria, Calabria innova e, ancora, da 6 imprese più “tradizionali” (come Amarelli) che hanno accettato di diventate mentor-partner del progetto. «Il format del TAG, un brand riconosciuto a livello internazionale, ci permette di allacciare la Calabria all’Italia e al mondo intero. E’ infatti fondamentale dare vita a uno scambio dentro e fuori i confini regionali, per offrire opportunità concrete alla nuova imprenditoria».

Insieme immaginiamo un’Italia più connessa e intrecciata, contaminata da iniziative innovative da Sud a Nord. La tenacia di Anna Laura è contagiosa: «Il cambiamento è difficile, ma dobbiamo essere positivi altrimenti ci lasciamo sopraffare dallo sconforto della cronaca politica, degli arresti, delle minacce della ‘ndrangheta – mi dice in conclusione della nostra chiacchierata – Noi che abbiamo intuito qual è la direzione da prendere, noi dobbiamo lavorare sulla mentalità altrui. Fare la nostra parte ed essere diversi non serve più, bisogna strutturarsi collettivamente per lavorare sul cambiamento culturale. Il compito della nostra generazione è quello di trasferire conoscenza e consapevolezza ai più giovani, lasciandogli in eredità strumenti che li aiutino a gestire le sfide future senza cadere nella depressione nell’attesa che tutto cambi dall’alto».

 

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