Welfare

Carcere: sciopero, italiani aiutano islamici

Solidarietà dietro le sbarre per lo sciopero del sopravvitto, la razione alimentare prevista che passa l'amministrazione. Gli italiani acquistano prodotti allo spaccio anche per i musulmani senza dan

di Giampaolo Cerri

Pomodori pelati e pasta anche per i detenuti islamici che aderiscono alla protesta nelle carceri. Gli italiani comprano infatti da mangiare anche per gli stranieri che non hanno i soldi per il ‘sopravvitto’ e che rimarrebbero quindi completamente digiuni nella settimana di sciopero che prevede, tra le altre forme di protesta, il rifiuto del carrello dell’amministrazione penitenziaria. ”Hanno comprato generi alimentari di prima necessita’ -spiegano all’associazione Papillon di Rebibbia- anche per i detenuti stranieri che di solito nelle carceri sono i piu’ emarginati. Non hanno un soldo e spesso non parlano una parola di italiano”. Allo sciopero per sollecitare indulto e amnistia, oltre che l’aumento della liberazione anticipata a quattro mesi, aderiscono anche molti detenuti sottoposti al regime del 41 bis, alcuni dei quali nelle carceri di Novara e Rebibbia. Sono comolessivamente 48 i penitenziari che hanno aderito alla protesta di una settimana. In Sicilia, sono 13 istituti su 26, tra i quali l’Ucciardone e il Pagliarelli di Palermo. ”Pensiamo che siano maturi i tempi perche’ le commissioni giustizia di Camera e senato tirino fuori dai cassetti le proposte elaborate nelle scorse legislatire -affermano all’associazione Papillon- la presenza di molti deputati Ds nelle carceri lascia sperare che anche in questo partito si apra al problema della clemenza chiesta dal Papa due anni fa nella visita a Regina Coeli”.


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