Famiglia

L’asilo nido? Me lo faccio a casa Le novità per bambini e famiglie

Dopo 18 anni verrà modificata la disciplina dei nidi.Più attenzione ai piccoli sotto i tre anni: non solo assistenza, ma luoghi di socializzazione

di Redazione

Consiglio dei Ministri: è stato approvato, il 9 marzo, un disegno di legge che, in attuazione degli impegni assunti dal Governo con il Piano d?Azione per la promozione dei diritti e delle opportunità per l?infanzia e l?adolescenza, ha l?obiettivo di promuovere e sostenere lo sviluppo di nidi d?infanzia e lo sviluppo di un sistema di servizi per i bambini fino a tre anni.
Novità in arrivo per i genitori dei bambini dai tre a trentasei mesi. Il Consiglio dei ministri, ha infatti approvato un disegno di legge che modificherà la disciplina degli asili nido che ha ormai diciotto anni. La novità più eclatante è certo l?istituzione di quelli che sono stati subito soprannominati gli ?asili condominiali?. In pratica vengono istituiti dei servizi integrativi agli asili nido che possono anche essere effettuati in case private. Altra novità è la creazione dei nidi a tempo parziale. Nel provvedimento, proposto dal ministro per la solidarietà sociale Livia Turco, vengono definiti gli obiettivi e le caratteristiche dei nidi d?infanzia e isituiti nuovi tipi di nidi e servizi che mirano a venire incontro, quanto più possibile, alle esigenze delle famiglie dove lavorano entrambi i genitori e di quelle monoparentali. Alla base dell?istituzione di questi nuovi spazi di accoglienza per i piccoli tra i 18 e i 36 mesi vi è la flessibilità e la possibilità di offrire risposte differenziate a seconda delle esigenze. La maggiore novità offerta dal Ddl è certo la possibilità di istituire dei servizi anche nelle case di famiglie con bambini di età inferiore ai tre anni che sono disponibili, mettendo a disposizione i propri spazi domestici, ad accogliere altri piccoli (comma 3 dell?art. 2 del Ddl). Non toccherà poi alla famiglia ospitante seguire e accudire i piccoli, attività che verrà svolta da educatori con requisiti di professionalità. Viene, infatti, stabilito che gli educatori che operano sia nei servizi integrativi, sia negli asili nido, siano in possesso almeno del titolo universitario di primo livello di durata triennale. Gli ambienti dovrenno infine essere giudicati idonei in base ai criteri stabiliti dalle Regioni, alle quali spetta inoltre il compito di stabilire i criteri di controllo dell?idoneità e della gestione dei servizi. Cambia anche la disciplina degli asili nido veri e propri, per i quali si possono prevedere modalità organizzative e di funzionamento diversificate che si basano su diversi criteri e che possono portare alla realizzazione di strutture con tempi di apertura differenziati. Potranno essere inoltre realizzati dei micronidi (comunque non meno di sei bambini). Il funzionamento del sistema di servizi per i bambini di età inferiore ai tre anni e per le loro famiglie viene ripartito tra Stato, Regioni e Comuni, vedrà valorizzato il ruolo delle famiglie che dovranno contribuire economicamente ai servizi in misura non superiore al 30 per cento dei costi di gestione.

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