Economia

La lettura è il miglior antidoto

di Marcello Esposito

La lettura è il miglior antidoto contro i comportamenti disfunzionali. Utilizzando la miniera di dati raccolti con il questionario somministrato ad oltre diecimila ragazzi delle Superiori di Lombardia (progetto Semi di Melo), abbiamo voluto verificare se esistesse una relazione tra le attività preferite dai ragazzi e i loro comportamenti di spesa disfunzionali.

Quando parliamo di comportamenti di spesa disfunzionali ci riferiamo alla spesa eccessiva (sopra i 20 euro settimanali) in azzardo, tabacco, stupefacenti, alcolici, attività con amici, ricariche di cellulare, shopping. Non è detto che i ragazzi spendano effettivamente tutte le settimane più di 20 euro, ma è importante la percezione che loro stessi hanno e trasmettono.

Per capire come si leggono i dati nella tabella, prendiamo ad esempio il valore all’incrocio tra la riga “stupefacenti” e la colonna “leggere”. Tra coloro che dichiarano di amare la “lettura”, solo il 2,23% dichiara di spendere più di 20 euro alla settimana in stupefacenti. La stessa percentuale tra coloro che amano andare in discoteca sale al 6,55%.

I colori all’interno della tabella vanno interpretati per riga. Al colore rosso corrisponde la maggiore percentuale di spesa disfunzionale. Al colore verde la minore percentuale di spesa.

Come si può notare dalla colorazione della tabella, i valori percentuali più bassi si riscontrano sempre tra coloro che amano la lettura. Viceversa i valori più elevati sono tra coloro che amano andare in discoteca. Non è una questione (solamente) di genere, perché le attività “sociali” sono equamente preferite da entrambi i generi.

Questo risultato è un po’ sorprendente, ma rientra in un filone di ricerca che conferma il valore “educativo” della lettura, su cui genitori e insegnanti dovrebbero riflettere. In una recente ricerca pubblicata sull’Economic Journal e ripresa dal Venerdì di Repubblica dell’8 luglio due economisti italiani, Gugliemo Weber e Giorgio Brunello, hanno riscontrato, analizzando i dati di una survey europea sull’evoluzione socioeconomica di 25 mila europei nati tra il 1920 e il 1956, che chi da bambino era cresciuto con più di 10 libri in casa aveva poi nella vita professionale ottenuto maggiori successi e uno stipendio più elevato. Forse una volta avere i libri in casa era segno di ricchezza e questo potrebbe spiegare il risultato ottenuto per generazioni così anziane. Ma i ricercatori hanno ripetuto l’esperimento con generazioni più vicine, dove la presenza di libri in casa non è più indicatore di ricchezza, e i risultati si ripetono.

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