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Tu che animale sei?

di Paolo Dell'Oca

È una domanda secca quella che interpella molte persone ad inizio agosto, intorno al laghetto di Capanna Valbione, nel bresciano. A Sayd, il bambino che ce la pone, non interessa che si stia dormendo (meditando, eh) o conversando, perché lui si fa portatore di un’impellenza cognitiva da soddisfare.

Tu che animale sei?

Il Presidente del Consiglio italiano ha precisato lo scorso mese che sul tema dell’immigrazione non c’è il PD contro la destra ma gli umani contro le bestie e che (ammiccando a Vittorio Arrigoni?) “bisogna tornare ad essere umani“. Eppure la domanda di Sayd è chiara e non accetta titubanze.

Ma tu che animale sei?

Beh, se pensiamo a quando siamo partiti da Milano, le nostre macchine ricordavano un’ordinata fila di elefanti. Ci muovevamo verso Ponte di Legno, verso la frescura, per una parentesi di riposo e compagnia. Volontari di Arché, mamme, bambini, educatrici, sacerdote. Tanti pachidermi caracollanti.

Che animale sei?

Il nostro gruppo era piuttosto eterogeneo e ognuno rispose a Sayd a suo modo: chi diceva di essere uno scoiattolo, chi un cane o un lupo. Poteva realmente sembrare che avessimo una fame da lupi quando siamo stati ospitati a pranzo dal ristorante Mirella, del gentilissimo Stefano Bulferetti. Oltre a lui ci sta a cuore ringraziare Mirko, il macellaio, Gino, il panettiere, e Sabina del supermercato. Abbiamo nuovamente sperimentato come essere circondati da persone benevolenti ci faccia sentire a casa sia che siamo in città, sia che ci troviamo tra le montagne.

Le giornate erano organizzate semplicemente per stare insieme, con orari elastici e qualche passeggiata molto tranquilla, che anche i più piccoli potevano fare, in braccio, in spalla o dentro ai propri passeggini. Ma anche trasportati dalla seggiovia, offertaci dal Sindaco di Ponte di Legno, per l’eccitazione dei bambini e il timore di più di un adulto.

Al ritorno dalla gita si giocava insieme, a pallone o nella sala giochi parrocchiale, per poi condividere un momento di spiritualità e la cena; la sera rimanevamo un po’ a chiacchierare sotto le stelle, prima di portarci a letto, vinti da una giustificata stanchezza. Il tutto è stato reso possibile grazie all’associazione “Amici in cordata nel mondo”, e al loro Presidente. Cui va la nostra viva gratitudine, così come ai nostri grandissimi amici Roby e Monica.

Ma che animale sei tu?

Sayd continua a chiederlo anche se tu hai già risposto una volta. Forse non crede che tu stia dando la risposta giusta e quindi, dopo che l’ha domandato agli altri, torna da te. Se provi a rigirargli la domanda, lui ti risponde che lui è un leone. A dimostrazione di ciò, ruggisce.

Che animale sei?

Mi viene in mente Pierre, amico burundese cui chiesi che lavoro stesse facendo in quel periodo; smise di camminare, mi guardò e mi domandò: “Perché voi italiani continuate a chiedervi che lavoro fate? È così importante?“. Ci ho pensato, e per un certo periodo non l’ho più chiesto a nessuno, poi ho ripreso a farlo.

Dimmi che animale sei.

Non so che animale sono, Sayd. Ma in quella settimana di vacanza ci siamo ricordati di che animali vogliamo essere. Siamo uomini. Cerchiamo di essere uomini. E ciò che ci distingue dagli animali è l’umanità, di cui talvolta ci scordiamo (letteralmente: “l’allontaniamo dal cuore”).

Ce ne scordiamo quando, troppo presi dalle cose urgenti, ci dimentichiamo delle cose importanti.

Se accade, nei migliori dei casi siamo come criceti che corrono in cerchio, nei peggiori diventiamo belve incapaci di guardare agli altri, chiunque essi siano, come portatori dei nostri stessi diritti. Della nostra stessa dignità. Grazie, Sayd.

Pablo

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