Cultura

Russia: espulso altro prete cattolico

Asse di ferro Putin-Chiesa ortodossa: continua l'allontamento dei religiosi "non graditi"

di Giampaolo Cerri

Continua la linea dure della Russia verso il Vaticano. Ben attento a non urtare le gerarchie ortodosse, il premier Putin continua a far espellere o a negare i visti a sacerdoti cattolici. Questa mattina è stata la volta di un polacco Jaroslaw Wisniewski, al quale ieri le autorita’ doganali dell’aeroporto di Khabarovsk (estremo oriente russo) avevano negato l’ingresso nel paese. Il sacerdote – che esercitava da tempo il suo ministero nelle regioni orientali della Russia – e’ stato respinto perche’ il suo nome risultava inserito ”in una lista di persone alle quali e’ vietato l’ingresso” nel paese, ha spiegato un portavoce del corpo delle Guardie di Frontiera, senza tuttavia spiegare le ragioni del provvedimento. La vicenda ha suscitato preoccupazioni da parte della Santa Sede, anche perche’ si tratta del quarto ecclesiastico cattolico (tra loro anche un sacerdote italiano, Stefano Caprio, e un vescovo, Jerzy Mazur) privato negli ultimi mesi del diritto di entrare in Russia. Ieri il nunzio apostolico a Mosca, monsignor Giorgio Zur, si e’ recato al ministero degli esteri per rinnovare l’inquietudine del Vaticano sui diritti dei circa 600.000 cattolici presenti in Russia e sul rispetto delle liberta’ religiose acquisite dopo la fine del regime sovietico. Il metropolita Kirill, numero due del Patriarcato di Mosca, ha negato che dietro il moltiplicarsi dei provvedimenti di espulsione di religiosi cattolici da parte delle autorita’ civili russe ci siano le pressioni della gerarchia ortodossa, da tempo in forte polemica con la Chiesa di Roma.


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