Segnatevi questa data: 21 settembre. Una data importante per la storia del movimento cattolico che per la prima volta, dopo tanti anni, si troverà unito a Firenze attorno ad alcuni punti sottoscritti da tutti. Ci sarà anche la Compagnia delle opere, che nei precedenti appuntamenti, come quello di Genova dello scorso anno, aveva disertato. Un segno dei tempi. Ma anche un successo della paziente trama tessuta da Luigi Bobba, presidente delle Acli, e dall?arcivescovo di Firenze, Ennio Antonelli. E da Carlo Costalli, presidente dell?Mcl. In occasione dei suoi 30 anni, il movimento si trova a Senigallia per un seminario dedicato a Democrazia, partecipazione, responsabilità.
Vita: Quali sono le linee su cui i cattolici possono ritrovare un?unità?
Carlo Costalli: Ne vedo due. Una riguarda le nuove forme della partecipazione. Cioè immaginare insieme come ridare spazio e voce a una ?cittadinanza attiva?. La seconda è una linea più globale, e tocca i temi emersi a Johannesburg o quello drammaticamente d?attualità dell?immigrazione. Ci ritroviamo tutti sulla necessità che a un capitalismo sfrenato si debba contrapporre uno sviluppo umano più integrale.
Vita: Un discorso prepolitico?
Costalli: In un certo senso. Siamo in una fase in cui quello che si sta coagulando fuori dai partiti è molto più avanti. E questo permette convergenze più libere e interessanti. Anche se poi ci sono giudizi politici condivisi: sulla dannosità dell?asse Bossi-Tremonti, siamo tutti d?accordo.
Vita: Neanche le semplificazioni del bipolarismo porranno problemi?
Costalli: Non mi preoccupo. La confusione che ha regnato per tanto tempo si è diradata, ora vedo un tessuto comune. Ed è una constatazione molto concreta. Un tessuto in grado di reggere a contrapposizioni di schieramento politico. E poi c?è il ruolo che sta avendo la Cisl di Pezzotta. Un soggetto nuovo che si è posto con intelligenza e maturità davanti a nuove sfide. Spero che il governo non lo metta in difficoltà?
Vita: 11 settembre. Tra i cattolici ci sono stati giudizi diversi?
Costalli: È vero. Ma siamo tutti d?accordo che la sfida ora tocchi all?Europa. Non auspico uno scollamento con gli Usa, ma l?Europa deve essere una vera alternativa al dominio americano. Un mondo a più poli fa bene a tutti, anche all?America.
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