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Rifugiati: alla linea Cameron i community organizer contrappongono un’alleanza tra cittadini e Comuni per l’accoglienza
di Diego Galli
La linea di chiusura rispetto alle politiche dell’accoglienza ai rifugiati, ribadita anche ieri dal primo ministro britannico David Cameron, ha trovato un punto debole nella mobilitazione con cui Citizens UK, l’organizzazione di community organizing del Regno Unito, ha reclutato i consigli comunali per un’accoglienza dei rifugiati siriani basata su un’alleanza tra enti locali e gruppi di cittadini.
Citizens UK
Creata nel 1996 da Neil Jameson, dopo un periodo di formazione negli Stati Uniti, Citizens UK è l’organizzazione nazionale di community organizing del Regno Unito. Attualmente conta oltre 9 organizzazioni in tutto il Paese, che insieme raggruppano oltre 300 tra chiese, moschee, scuole, sindacati, università, e gruppi di cittadini.
La vittoria più importante dell’organizzazione è stata probabilmente l’approvazione dell’obbligo di garanzia di un salario minimo garantito per tutte le società appaltatrici delle ultime Olimpiadi di Londra. Alla vigilia delle ultime elezioni politiche, come già alle scorse elezioni, i candidati alla carica di primo ministro del Regno Unito hanno preso parte all’assemblea di Citizens UK che ha visto la partecipazione di 2.200 persone. Ai candidati è stato sottoposto un manifesto con le richieste avanzate dalle organizzazioni di cittadini.
La campagna “Refugees welcome”
Citizens UK ha lanciato più di un anno fa una campagna per aumentare il numero di rifugiati siriani accolti nel Regno Unito.
Facendo leva su un programma messo in piedi dal governo britannico in collaborazione con l’agenzia ONU per i rifugiati, il Vulnerable Persons Relocation Scheme, ha organizzato una campagna di pressione sugli enti locali affinché ciascuno si dichiarasse disponibile ad ospitare sul proprio territorio almeno 50 rifugiati. La campagna svolta attraverso un mix di azioni di pressione di gruppi locali, petizioni online tramite piattaforme come Avaaz e 38 degrees, e la presentazione di delibere nelle assemblee locali, ha portato 40 diversi consigli comunali a impegnarsi per l’accoglienza di 50 rifugiati per un totale di 3.047 persone. Se si calcola che lo schema di accoglienza era stato finora utilizzato soltanto per 216 persone, e che dall’inizio della guerra in Siria il Regno Unito aveva accolto soltanto 5.000 rifugiati da quel Paese, si tratta di un risultato notevole. Inoltre, lo schema comporta l’accoglienza dei rifugiati direttamente dai campi profughi, evitando così ai richiedenti asilo il lungo, costoso e pericoloso viaggio per raggiungere l’Europa.
La campagna si è anche indirizzata verso università e proprietari immobiliari. Come conseguenza 25 università hanno stanziato un totale di 3,5 milioni di sterline per 147 borse di studio per studenti siriani. Inoltre, 727 proprietari di case si sono detti disponibili a mettere a disposizione le loro abitazioni per i rifugiati siriani con un costo di affitto sotto i prezzi di mercato e rientrando in un programma di sostegno all’affitto per richiedenti asilo dell’Unione europea.
Citizens UK ha lanciato un programma di formazione per l’accoglienza ai rifugiati, in modo da portare chiese, università e gruppi locali a impegnarsi per assicurare ai rifugiati classi di lingua inglese, assistenza per l’accesso ai servizi sociali e sanitari.
Il 13 ottobre oltre 900 persone di Citizens UK hanno manifestato di fronte all’ufficio del Primo ministro chiedendo al governo di prendere atto delle disponibilità di accoglienza raccolte e facilitare l’accesso al programma di accoglienza rifugiati stipulato con l’UNCHR da parte degli enti locali, delle università e dei proprietari immobiliari. La manifestazione è stata guidata da un gruppo di leader comprendente il Vescovo della Diocesi anglicana di Durham, 4 rabbini, un imam, e tre parlamentari appartenenti a tre diversi partiti politici.
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