Welfare

Isolazionismo duro sui diritti. Accordi? No thanks. Siamo americani

Diritti dei minori e delle donne, ambiente, mine antiuomo, crimini di guerra, tortura. Condanne a parole, ma nei fatti Washington vuol fare da sola.

di Paolo Manzo

United States of America, ovvero il Paese che difende libertà e diritti umani. Questo, almeno nell?immaginario collettivo. Almeno sino alla caduta del muro di Berlino. Che stava lì a dimostrare come l?altra parte del blocco fosse inumana, discriminatrice, Totalitaria, illiberale.
Oggi, però, l?altro blocco non esiste più e, nonostante il tentativo statunitense di giustificare con l?etica ogni intervento (anche bellico), una rapida scorsa al diritto internazionale fa capire subito come gli States predichino bene ma, de facto, razzolino male. Per non dire malissimo. Ultimo esempio sul tema la mancata ratifica di Washington del trattato che istituisce la Corte penale internazionale, con giurisdizione su soggetti accusati di crimini contro la pace, crimini di guerra e crimini contro l?umanità. Il motivo del ?Washington dissensus?, purtroppo, è chiaro. Si evince dall?accordo bilaterale che gli Usa hanno stipulato di recente con la Romania che s?impegna a consegnare a Washington ogni suo cittadino accusato di tali crimini: evitare che anche un solo citizen sia sottoposto alla giurisdizione d?una corte non made in Usa.
Se però, per la Corte penale internazionale, gli Stati Uniti sono in buona compagnia (anche Cina, Russia e Israele non hanno ratificato), hanno dell?incredibile gli altri niet di Bush & company. In primis la Convenzione Onu sui diritti del fanciullo (del 1989), la più ratificata in assoluto. Di tutti gli Stati e staterelli al mondo, infatti, ben 191 l?hanno firmata e poi ratificata. All?appello ne mancano solo due .Uno è la Somalia, e indovinate qual è l?altro. Già, incredibile ma vero. Il motivo? L?ostinato rifiuto, da parte di molti Stati federali Usa, di abolire la pena capitale per i minori. Esplicitamente vietata (naturalmente) dal testo Onu di New York. Ma se i minori Usa non sono tutelati contro la pena capitale, miglior sorte non è toccata alle donne. L?intervento contro il regime talebano fu giustificato ?eticamente? dalla first lady, Laura Bush, anche come modo pratico per tutelare i diritti del gentil sesso afghano. Indegnamente discriminato dalle leggi talebane. Ebbene la Convenzione Onu sull?eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (del 1979) è stata ratificata da 169 Paesi, tra cui l?Iraq di Saddam (seppur con alcune riserve). Tra i 24 Paesi che non l?hanno ratificata, 23 sono musulmani (con Iran e Siria in testa), uno solo occidentale. Indovinate chi? Gli Stati Uniti d?America.
Ma la lista dei no internazionali di Washington non finisce qui. Fanno bella mostra di sé la Convenzione di Ottawa del 1997 (ed entrata in vigore, a tempo di record, solo due anni dopo), che ha messo al bando le mine antiuomo. Il Protocollo di Kyoto (del 97), sulla riduzione delle emissioni nell?ambiente. La Convenzione Onu contro la tortura (del 1984 e in vigore dall?87). Già, nemmeno sulla tortura il Senato Usa è riuscito a spiaccicare un misero ok.

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