Mondo

Cambia il mondo, cambia la cooperazione

di Marco De Ponte

Si discute molto di cooperazione allo sviluppo in questi giorni. Non mancano i motivi di interesse se pensiamo alle nuove iniziative annunciate in tema di immigrazione e Fondo per l’Africa; questioni che hanno molto a che fare con la cooperazione, che non devono essere rubricate solamente come gestione dei flussi migratori e controllo delle frontiere. Basta poi alzare lo sguardo per ricordarsi che l’Italia ospiterà il Vertice G7 a maggio, dove questi temi saranno dibattuti; l’Italia può cercare di cambiare il tono della discussione, promuovendo anche iniziative concrete per affrontare alle radici le cause che spingono migliaia di persone ad abbandonare le proprie case e famiglie e cercare fortuna ( in alcuni casi la salvezza!) anche da noi.

Sempre in questi giorni, però, gli operatori della cooperazione sono stati costretti a fare i conti con un improvvisa chiamata in causa sulla “bontà della cooperazione”; quello che ha colpito dello scambio sui giornali non è tanto l’avvertimento a fare il proprio lavoro con onestà e trasparenza, ma piuttosto l’uso di argomenti generici e discutibili, forse amplificati da una titolazione infelice, che non aiutano chi ogni giorno cerca di fare bene il proprio lavoro. A questo approccio ha risposto la Direttrice dell’Agenzia della Cooperazione Laura Frigenti, che ringrazio per avere -in questo frangente- esercitato fino in fondo il proprio ruolo a tutela di tutto il mondo della cooperazione.

Chi partecipa alla vita di organizzazioni impegnate in questo settore, come ActionAid, sa bene quante energie siano investite nei processi di gestione e controllo; il settore della cooperazione in Italia ricade fra l’altro nell’ambito delle attività del non profit che ha stringenti regole per quanto riguarda fiscalità e compensi. Trasparenza ed efficacia non sono solo parole; sono principi che cerchiamo di applicare ogni giorno. E non è un caso che sosteniamo iniziative pubbliche come Open-cooperazione per migliorare la comprensione del nostro lavoro. La cooperazione allo sviluppo sta cambiando; in questo senso l’idea di una cooperazione fatta bene a tal punto da non renderla più necessaria forse si è già materializzata. Ma di solidarietà ne abbiamo bisogno, a casa nostra e nel mondo. Le organizzazioni si stanno già muovendo verso una nuova realtà di partenariati allo sviluppo assai diversi dall’idea di cooperazione degli anni passati, che è l’esito di trasformazioni globali, alle quali tanti con il proprio lavoro hanno contribuito. ActionAid continuerà a fare la propria parte.

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