Formazione

Welfare: Acli, maggioranza italiani chiede previdenza diversa

E' una delle indicazioni che emerge da un sondaggio promosso dalle ACLI per mettere a fuoco le tematiche del convegno, che si terra' a Vallombrosa dal 6 all'8 settembre "Il welfare che verrà"

di Redazione

La stragrande maggioranza degli italiani (90%) e’ convinta che l’attuale sistema previdenziale necessiti di modifiche. Solo il 10,9% ritiene che i correttivi introdotti nell’ultimo decennio siano sufficienti a tenere in equilibrio il sistema. E’ una delle indicazioni che emerge da un sondaggio promosso dalle ACLI per mettere a fuoco le tematiche del convegno, che si terra’ a Vallombrosa dal 6 all’8 settembre (“Il welfare che verra’. La nuova frontiera dei diritti nel tempo della globalizzazione”). Solo l’11,7% del campione (979 persone, da 18 a oltre 64 anni) ritiene che debbano essere abolite le pensioni d’anzianita’, mentre il 58,7% crede che si debba favorire lo sviluppo dei fondi pensione. In sostanza, traspare un orientamente prevalente verso un sistema misto che combina mercato e responsabilita’ sociale, capitalizzazione delle risorse previdenziali e solidarieta’ collettiva. Alla domanda su cosa pensassero del recente aumento delle pensioni inferiori al milione di lire mensili, il 48,1% ha risposto che si tratta di “una misura propagandistica”, mentre il 40,9% ritiene che si tratta di una misura concreta per aiutare i pensionati piu’ poveri, mentre un 10,2% lo ritiene un provvedimento ingiusto perche’ non distingue tra chi ha lavorato e chi no. Combinando diverse variabili del sondaggio (pensioni sociali, indennita’ di disoccupazione, ipotesi di reintrodurre i ticket sanitari, formazione professionale), i ricercatori hanno identificato quattro sottogruppi favorevoli ad altrettanti modelli di welfare. Il gruppo piu’ numeroso e’ rappresentato dai pragmatici (42,1%), favorevoli al welfare selettivo. Sono cittadini del ceto medio e sono convinti che non si debba garantire tutto a tutti pur mantendendo una base solida di protezione sociale. Il 29,2% sono idealisti, favorevoli al welfare universalitico e sono perlopiu’ cittadini con uno status economico basso. Seguono gli individualisti (13,2%, soprattutto pensionati ricchi) che vogliono un welfare minimo e gli innovatori (15,5%), cittadini con status eocio economico elevato, che chiedono soprattutto politiche attive per l’impiego. La ricerca, condotta dall’Iref, ha anche affrontato la tematica della diminuzione delle nascite: oltre la meta’ degli intervistati indica come causa della denatalita’ l’assenza di servizi per conciliare vita e lavoro (35%) e la debolezza delle politiche familiari (18,3%). Indagando anche sul livello di fiducia degli italiani nei confronti delle principali istituzioni e organizzazioni che svolgono un ruolo nello stato sociale, e’ emerso che in vetta alla classifica si piazzano le organizzazioni del volontariato (l’81,1% ha fiducia), la Chiesa (il 69,6%), le cooperative sociali (63,7%), i Comuni (50%), le Regioni (46,6%), l’Inps (42,5%).


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA