Da due anni a questa parte si presenta come un libro imponente, da quando cioè ha raggiunto la fatidica cifra di 20 edizioni: è il Bilancio dei bilanci, curato dall'ACRI di Roma, associazione che riunisce le 88 fondazioni di origine bancaria.
La pubblicazione esce tra ottobre e novembre di ogni anno e – in quest'ultima edizione – analizza in forma riaggregata i bilanci chiusi al 31 dicembre 2015. Anche se bisogna attendere diversi mesi prima di poterla consultare, occorre riconoscere che l'apparato di tabelle inserito nel Rapporto Annuale è così ben disarticolato e ricco di dettagli da permettere un approfondimento sulle molteplici sfaccettature dell'attività filantropica.
Forse è utile ricordare che non si tratta di un appuntamento seguito esclusivamente da studiosi e addetti ai lavori. Il "Rapporto Annuale sulle fondazioni di origine bancaria" (nota 2) rappresenta oggettivamente una forma di 'rendicontazione' pubblica che offre dati, analisi e commenti sulla filantropia istituzionale (ben 304 pagine senza contare l’appendice). Per andare al 'core' di quest'attività, basterebbe evidenziare che la questione tocca il tema dei finanziamenti concessi al terzo settore e, in generale, agli enti nonprofit (sia pubblici che privati) per realizzare progetti e iniziative di utilità sociale. In cifre, il volume complessivo delle erogazioni 2015 si aggira su 937 milioni di euro (912 mln/€ nel 2014) a sostegno di 21.564 progetti.
Quando si parla indistintamente di 'erogazioni', si corre il rischio di confondere la promessa solenne e formalizzata di un finanziamento per un progetto che deve essere ancora implementato (delibera) con la liquidazione monetaria delle somme destinate al progetto (pagamento). Se è vero che l'attuale rilevazione statistica dell'Acri prende a riferimento i finanziamenti 'deliberati', vale la pena di ricordare che fino ad alcuni anni fa il Rapporto Annuale fotografava la dimensione del 'pagato'.
Entrambe le scelte possono essere adeguatamente argomentate. Se si pone l'accento sulla necessità di mostrare gli sviluppi più recenti dell'azione filantropica attraverso la restituzione delle decisioni assunte in termini di nuove concessioni di contributo, è più corretto offrire lo scenario quantitativo basato sul deliberato.
Nel caso si opti per l’altro approccio, l’importanza di conoscere la dimensione dei "pagamenti" verrebbe giustificata principalmente da tre motivi:
1) il monte delle erogazioni eseguite rappresenta un indicatore sintetico del grado di progressione dei progetti. Ove previste e strutturate, le regole rendicontative applicate ai finanziamenti filantropici normalmente subordinano l’erogazione del contributo all’effettivo svolgimento delle azioni previste dal progetto finanziato.
2) il monte erogativo che annualmente si traduce in trasferimenti monetari, misura la quantità di risorse che vengono immesse nel “circuito nonprofit” grazie alle risorse delle fondazioni bancarie e che sono quindi suscettibili di manifestare un potenziale economico sia con riferimento all’ipotesi di rimborso per attività già svolte (in questo caso il pagamento rigenera risorse) sia in vista della creazione ex novo di disponibilità finanziarie per attività in corso di svolgimento.
3) l’attività di erogazione dei finanziamenti deliberati fornisce una dimensione quantitativa della capacità di fronteggiare le richieste di incasso formulate dai Beneficiari, e ciò può fungere indirettamente da indicatore quantitativo del livello di servizio offerto da ciascuna fondazione bancaria.
In realtà, esiste un'altra circostanza strettamente connessa al punto 2, che spinge a indagare il volume dei contributi pagati in favore degli enti beneficiari, ovverosia quella riassumibile nella capacità di favorire l'incremento delle risorse acquisibili in forma di credito bancario. Su questo tema specifico si sofferma l'articolo "Il fattore fiduciario nel finanziamento dei progetti sociali".
Lo studio, originariamente pubblicato sulla rivista "Cooperative ed enti non profit", è ora disponibile sul sito internet di Fondazione Cariplo ( LINK ) grazie al permesso rilasciato dall’editore WKI.
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(nota 1) Per il titolo di questo post mi sono ispirato alla favola moderna scritta da Daniela Preite "Il bilancio dei desideri"
(nota 2) Per chi volesse visionarlo direttamente, il XXI Rapporto Annuale sulle fondazioni di origine bancaria è disponibile presso il sito internet di acri.it (LINK).
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