Nel Cuore della prossimità batte un Centro di Prossimità
Quando mi sono chiesto in che modo incontrare la persona che ha una necessità in una logica di prossimità, seguendo l’idea del mettere la “persona al centro”, mi è venuta l’idea di coniare il “Centro di prossimità”, inteso come lo spazio fisico dell’accoglienza, dell’ascolto, dell’accompagnamento.
La cura di questo spazio, perché sia caldo e accogliente, può certamente dipendere al suo stato fisico, ma mi sono piuttosto concentrato sul fatto che potesse esservi qualcuno che avesse questo specifico compito. Non sono riuscito a trovare di meglio che chiamarlo “operatore”, ma non con un’idea “fredda”, da call center, bensì con l’idea di chi è operoso, attento, puntuale, generoso, professionale: caratteristiche che vanno al cuore della prossimità.
Non un “mestiere” dunque, bensì una scelta di crescere umanamente e professionalmente accanto a chi soffre e di portare insieme quella sofferenza, fino al suo superamento o, almeno, fino a renderla più lieve perché portata insieme.
In tanti mi hanno additato come un visionario, altrettanti mi hanno detto che “lo fanno già altri”: io mi sono concentrato sulla capacità peculiare del Centro di prossimità di offrire una gamma ampia di servizi, con una presa in carico globale dell’intero nucleo familiare.
Dovrebbe essere questo il compito dell’operatore di welfare della P.A., ma sappiamo bene che la P.A. si occupa delle persone nella misura in cui “gli sbattono addosso”, altrimenti non lo fa.
Nel nostro modello, nel cuore della prossimità, c’è una Comunità che si nutre di relazioni
che crea le condizioni perché si costruisca un circuito virtuoso nel quale nessuno resta escluso: l’operatore del Centro di prossimità è al centro della Comunità e connette le persone che la abitano, in modo che ciascuno abbia un suo compito, camminando con il suo passo.
Non solo servizi in risposta ad esigenze, ma anche momenti di aggregazione, tempi di riflessione, progetti costruiti insieme per migliorare gli spazi vitali della Comunità.
La migliore capacità dell’operatore del Centro di prossimità è saper capire il dono di ogni persona e trasformarlo in energia vitale.
Sarebbe stata questa la sfida delle misure universali di contrasto alla povertà, ma si è scelto come sempre di burocratizzare tutto, di insterilire tutto, di instillare nelle persone l’idea assistenziale, la permanenza nella condizione di povertà anche dopo il percorso di sostegno, il non percepirsi utile alla Comunità.
Con le nostre piccole forze, abbiamo sperimentato altro, abbiamo capito che dare valore alla persona restituisce valore alla Comunità e smonta l’idea di un welfare ancora basato su interventi settoriali, frammentati, sterili, inutili.
Nel nostro piccolo mondo, il bene genera bene, la persona si rigenera, la Comunità si arricchisce, i costi sociali si riducono, i beni pubblici si valorizzano.
Nel cuore della prossimità c’è la capacità dell’operatore del Centro di prossimità di offrire a ciascuno una nuova chance, una nuova opportunità, una nuova vita.
Photo by MARK ADRIANE on Unsplash
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