Cultura

Fedez dovrebbe prendersi una pausa dai social (e togliersi la maglia dei Limp Bizkit)

di Lorenzo Maria Alvaro

Fedez ha voluto tornare nuovamente sulla tempesta social scatenata dal suo party al Cerrefour cui avevo dedicato un'intervista con Daniela Cardini qui su Vita.it.

https://www.youtube.com/watch?v=6CpVenV9_Nk

Un ennesimo sfogo che dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto il cantante si sia scollegato brutalmente nella realtà tanto da non capire la differenza tra televisione e vita reale. Non solo, quello che evidentemente sfugge a Fedez, è che il vero motivo per cui si è innescata una vera e propria rivolta rispetto alle immagini della sua festa di compleanno non erano tanto i gesti in sé quanto piuttosto il luogo in cui avvenivano.

I supermercati sono ambienti in cui va in scena una delle quotidianità più comuni per tutti: il risparmio. Sono luoghi in cui ciascuno si reca spesso ed è obbligato a fare i conti con le proprie possibilità di spesa. Ecco perché tutti si sono sentiti insultati dall’arroganza dei ferragnez e dai loro ospiti.

Già così sarebbe il caso che qualcuno, magari la mamma manager, dicesse al ragazzo di prendersi una pausa dai social per ritrovare un equilibrio.



Ma l’indizio più limpido di questo scollamento dalla realtà in realtà Fedez lo portava addosso. Il cantante infatti ha girato il video piagnucolante indossando una maglietta su cui è impressa l’immagine di un disco particolare. Si tratta di Chocolate starfish and the hot dog flavored water” dei Limp Bizkit. Un album di grandissimo successo, uscito nel 2000.

Che cosa c’entra? Nulla se non fosse che rappresenta un’attitudine completamente opposta a quella del povero Fedez che lacrima in video chiedendosi perché il mondo ce l’abbia con lui.

Già solo il nome della band (“Biscotto inzuppato”) chiaro doppio senso sessuale, dovrebbe fare capire l’antifona. Ma quel disco in particolare il cui titolo è un gioco di parole volgarissimo (“La stella marina al cioccolato e l' acqua al sapore di hot dog”) che richiama in modo esplicito al sesso anale. Si tratta di un album Nu metal con cui Fred Durst, leader del gruppo, decide di esprimere in modo più chiaro possibile quanto non gli interessi il giudizio degli altri. Che si tratti di critica, pubblico o addetti ai lavori. Il perché è presto detto: la band è sempre stata presa di mira, ridicolizzata e dileggiata dal mondo della musica Usa. Con episodi decisamente più incisivi di quello capitato a Fedez e motivati esclusivamente dall’antipatia che il cantante riscuoteva.

Nel 2011 Wes Borland il chitarrista, che aveva abbandonato il gruppo nel 2005, raccontò a MusicRadar che «lasciai i Bizkit perché tutti ci prendevano in giro. Ma che ora sono orgogliosamente al mio posto perché le critiche mi danno una sferzata d'energia. Nel 2001 mi ero totalmente stufato di tutta le gente che prendeva in giro la band, mi sentivo imbarazzato che tutti gli altri musicisti dicessero che quello che facevo era un fiasco. Adesso è interessante perché ci vedono come sfavoriti. Stare nei Bizkit adesso è una sfida. Invece prima, quando eravamo al punto più alto, ci vedevano come se ammazzassimo dei cuccioli di foca».

Ora per fare un disco in cui la prima traccia dopo l’intro contiene 36 volte la parola fuck magari bisogna essere un po’ stronzi, ma di certo serve coraggio e incoscienza. Lo stesso per sfottere e insultare tutto e tutti. Qualcosa di decisamente diverso dal lanciarsi cespugli di lattuga al supermercato.

Fedez dovrebbe spegnere i social per un po’ per raccogliere le idee. E magari togliersi quella maglietta.

O per dirla alla Fred Durst «Its just one of those days, Where you don't want to wake up, Everything is fucked, Everybody sucks. You don't really know why, But you want to justify, Rippin' someone's head off, No human contact, And if you interact, Your life is on contract. Your best bet is to stay away motherfucker. It's just one of those days, It's all about the he-says, she-says bullshit, I think you better quit, let the shit slip. Or you'll be leaving with a fat lip»

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