L'altra sera la simpatica trasmissione televisiva "Complimenti per la connessione" ci ha parlato di crowdfunding. D'altro canto poteva mancare il "mitico" crowdfunding nel set di conoscenze che un cittadino medio deve avere del digitale?
Ottima idea, fatto salvo che – facendo la figura dei parvenue – gli autori ci ripropongono una rappresentazione del crowdfunding basata sul luogo comune che, come per magia, questo strumento "fa piovere i soldi dal cielo" come fossero la manna (guardare il video: ad un certo punto piovono davvero i soldi dal cielo!)
Una idea profondamente sbagliata del crowdfunding che ingenera parecchi paradossi, che poi sono alla base del fallimento di una campagna di crowdfunding:
– è internet che porta i finanzatori (in alcuni casi donatori) e quindi i soldi. Sbagliato: i finanziatori li porta il proponente del progetto e il passaparola che riesce a scatenare. Internet è solo il canale attraverso il quale essi arrivano al progetto;
– basta avere una idea valida, metterla su una piattaforma e i soldi potrebbero arrivare da tutto il mondo (letterali parole dello sceneggiato). Sbagliato. Non basta avere una idea valida. Ci sono meravigliosi progetti sulle piattaforme che non hanno raccolto un euro (neanche quello del proponente!).
– Ah! non dimentichiamo di promettere una ricompensa ai donatori! Altrimenti non funziona. Certo nel crowdfunding ci vuole la ricompensa. Se è bella, originale, piacevole è senza dubbio importante ma da sola non può rendere più di tanto interessante il donare soldi.
Nel filmato invece mancano tutte quelle informazioni necessarie a "possedere" il mezzo crowdfunding piuttosto che farsi possedere da questo. Ricordandosi che la larga maggioranza dei progetti presentati sulle piattaforme fallisce. Probabilmente proprio perchè si ha una idea sbagliata del crowdfunding e delle condizioni necessarie per usarlo con efficacia.
La prima e la più importante è che attorno a te e al tuo progetto ci deve essere una comunità disposta ad attivarsi. Questo avviene o perchè si è in relazione con te (ricordiamoci che la relazione produce fiducia e la fiducia è alla base degli scambi economici, tanto più se sono donazioni) o perchè si ha un interesse almeno potenziale con il contenuto del tuo progetto (ad esempio è un abitante di un territorio dove il tuo progetto produce impatti positivi e benefici per la comunità). Se non hai già un forte community (on line e off line) se non hai un buon sistema di relazioni sociali e comunitarie, li puoi sempre creare usando la comunicazione e soprattutto il passaparola dei tuoi conoscenti. Ma questo richede un lavoro enorme che ha relativamente poco a che fare con internet. O meglio: non è un lavoro che ti fa internet in autonomia; non te lo fa facebook, non te lo fa twitter, non te lo fa istagram.
La seconda è che per fare crowdfunding non basta avere un bisogno economico. Devi avere una reale passione per quello che proponi, deve essere la vera sfida della tua vita. Ci devi mettere la faccia. E se non fai tutto questo sul serio, la folla (crowd) se ne accorge subito e non ti prenderà in considerazione. Inoltre il tuo progetto, ancora prima di essere presentato bene, con un video "fico" che può diventare "virale", deve essere ben pensato. Molte campagne hanno video fichissimi fatti da videomaker o con testimoni famosi e non hanno raccolto tanti soldi perchè il progetto (e quindi il messaggio) era debole o poco chiaro.
La terza è che il crowdfunding invece di farti risparmiare tempo, fatica e lavoro te ne fa fare di più. Quando lanci una campagna devi stare sul pezzo H24! Promuovere, far conoscere, invitare all'azione (engagement), rilanciare sull'andamento della campagna, ringraziare……. Spesso invece il crowdfunding viene tanto apprezzato perchè dà l'idea che il lavoro sporo lo fa internet e tu, finalmente!, puoi disinteressarti della raccolta fondi (che a noi italiani ci da molto fastidio).
Insomma tutto quello che serve per il crowdfunding non ha niente a che fare con internet (e quindi non è un problema di digital divide, come fa intendere lo sceneggiato) ma con tutto quello che è necessario assicurare per utilizzare bene internet.
Ecco: per onestà intellettuale ho voluto farvi presente tutto quello che c'è da sapere del crowdfunding e che molti si dimenticano di dire o non vogliono farlo. Eh sì!, perchè spesso questa rappresentazione distorta e minimalista del crowdfunding è prodotta anche da alcuni operatori o alcune piattaforme che, per onesti motivi commerciali, devono dare l'idea che la cosa è semplice, poco faticosa e di sicuro successo. Mentre invece il successo non è mai semplice e non è mai legato a poche regolette da rispettare. Ma è un itinerario che va guidato ogni giorno ed è fatto di prove, errori, ostacoli, colpi di fortuna, professionalità, conoscenza……
La realtà è una cosa complessa, soprattutto oggi come oggi, ed ha bisogno di complessità per essere affrontata. Ogni scorciatoia in genere porta ad un burrone.
Prima di fare una campgna di crowdfunding, pensateci bene!
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