Le conclusioni del Vertice sul clima di Madrid attestano di come l’ecocidio definitivo avanzi imperterrito e impermeabile alla pur potente e assai chiara voce dei movimenti, ai diritti di milioni di giovani e dell’intera umanità, al futuro prossimo del pianeta.
Intanto i responsabili della catastrofe si attrezzano e investono nella futura guerra nello spazio: ché la loro salvezza e via di fuga è già da tempo studiata e programmata.
«Per garantire lo sviluppo e rinforzare le nostre capacità spaziali, il prossimo settembre si creerà il comando dello spazio», aveva annunciato Macron lo scorso luglio, mentre la sua ministra della Difesa, Florence Parly, chiariva: «Così come nella terra, nell’aria, nel mare, nel cyberspazio, lo spazio extra atmosferico si è convertito nel teatro delle rivalità delle grandi potenze. E si sta convertendo in un campo di operazioni».
Lo stesso ha ufficializzato pochi giorni fa al summit NATO di Londra, il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, assicurando che i 29 paesi membri «riconosceranno lo spazio quale nostro quinto campo operativo».
Del resto, già nel 2018 gli Stati Uniti avevano annunciato la pianificazione di un esercito spaziale entro il 2020: un progetto voluto da Donald Trump per non perdere la sfida con Russia e Cina.
Insomma, la secessione dei più ricchi si organizza e militarizza a livello planetario. Gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici già in atto e di cui si prepara, con opere e omissioni, l’ulteriore escalation riguarderanno il 99% dell’umanità. Cui non rimane che agire con la determinazione e l’urgenza necessarie per cambiare il mondo.
Questo mondo. Perché i potenti della Terra, oltre che il futuro ci hanno rubato anche gli slogan e le suggestioni: «Un altro mondo è possibile», ma solo per loro.
Noi dobbiamo riprenderci il destino di questo, sottraendolo alle loro mani rapaci.
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