Cultura

Non possono arrestarci tutti

di Paolo Iabichino


Da mesi ormai è in atto una narrazione del fenomeno migratorio che usa la paura come grimaldello emotivo, dove la ricerca del consenso elettorale mi sembra sifdare pericolosamente il limite sottilissimo dello scontro sociale. Se prevale il racconto, significa che non si sta cercando una reale soluzione politica, ma una serie di provocazioni che si affidano a uno storytelling falsato e anacronistico per alzare le barriere difensive.

Il modello arriva da oltreoceanno. Da due anni l’epica dell’american dream si trova a fare i conti con un protezionismo violento, che è anche dei confini, soprattutto dei confini.

Quando si alzano i muri e si chiudono i porti, significa che la politica ha abdicato alla sua funzione primordiale, che ha smarrito il senso di civiltà e umanità che dovrebbe orientare le scelte dei governanti.

È insopportabile il racconto dell’immigrazione come minaccia. La paura usata per scardinare la vocazione di un intero Paese che ha sempre fatto dell’ospitalità e dell’accoglienza un punto d’orgoglio. Per questo è urgente opporsi con una contronarrazione fattuale, basata sulla cronaca dei tantissimi esempi virtuosi di assistenza e integrazione, dove l’altro non è considerato un diverso, ma un simile da accogliere e sostenere.

C’è un’Italia che non è mappata dalle cantilene della politica. Ed è quella di chi ogni giorno mette in circolazione energie, tempo e risorse per dare una possibilità a chi scappa da miseria, guerre, fame e siccità. L’Italia è piena di esempi virtuosi. Storie straordinarie che ci mostrano una convivenza possibile. Dove prevale quel senso di civiltà e umanità che lentamente rischiamo di perdere. Ecco perché era importante vedere su una cartina le tante, tantissime storie che popolano questa “direzione ostinata e contraria”, per dirla con parole non mie.

Il Controcanto vuole rendere visibili tutte queste storie. Sulla mappa ci sono gli ultimi due anni di articoli e post pubblicati da Vita. Questo viaggio parte dalle tappe che sono già state toccate e che sono state raccolte qui per poterle rileggere. Per scoprire, imparare, capire, conoscere e provare a scrivere una pagina diversa da quella che altri stanno scrivendo per noi.

Si parte da qui, ma ho già raccolto nuove storie, tante, tantissime, grazie anche all’aiuto di Rossana Cavallari, autrice di un'altra finestra giornalistica su Vita e preziosissima “pusher di storie” per i nuovi contenuti che verranno. E sarà bellissimo compilare questa cartina insieme all’aiuto di tutti. Grazie sin d’ora per le segnalazioni che saprete far arrivare. Grazie perché mi piacerebbe che questo Controcanto diventasse un coro assordante, capace di zittire i latrati che aizzano simili contro simili, in nome di una diversità che appartiene ai tempi più bui della nostra storia.

Perché non c’è solo Riace. E non possono arrestarci tutti.

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