I miei genitori mi hanno chiamato Paola. Paola come la mia nonna paterna, che purtroppo non ho mai conosciuto.
Poi sono diventata Paoletta, forse per le mie misure decisamente poco prorompenti, salvo diventare di nuovo Paola nei momenti solenni.
Ora invece sono Lamentina. Anzi, La Mentina, che mi piace di più.
Sono La Mentina perché mi lamento sempre.
Mi lamento perché sono stanca, mi lamento perché fuori è uscito un vento che ti porta via, mi lamento perché i miei jeans preferiti hanno perso delle paillettes nella lavatrice e ora succederà un disastro, mi lamento perché mi si sono rotti gli auricolari del cellulare, mi lamento perché non c'è più crema al mascarpone.
Insomma, mi lamento sempre. E non mi piaccio. Perché mi piacevo di più quando ero soltanto Paoletta. O Paola.
E così, almeno una volta al giorno, provo a non essere La Mentina. Solo che poi capita che debba portare la biancheria sporca in lavanderia. Non vivendo in un castello, questo comporta che inevitabilmente io debba transitare nella “zona” della casa in cui alberga (termine non usato a sproposito, che sia chiaro) l’adolescente del mio cuore. E lì, vicino al suo letto e alla sua scrivania, tra zaini, cuffie, microfoni, bobine per la stampante 3D, c’è un mondo che voi umani non avete mai visto. Altro che i bastioni di Orione e i raggi B che balenano nel buio. Calzini sparsi ovunque, magliette chemammahomessosolounavoltalapossomettereancoradomanivero?, resti di popcorn (spero non masticati), residui di patatine, confezioni rigorosamente vuote di tè alla pesca e altre amenità su cui per pudore ho deciso di sorvolare. Insomma, io ci provo a non essere La Mentina. Ci provo davvero, eh. Solo che non ci riesco e riattacco il disco, quello che suona sempre e che ricorda più o meno garbatamente all’adolescente del mio cuore che l’igiene e l’ordine sono una gran cosa, che poi uno non trova le cose che sta cercando, che si risparmia tempo a tenere tutto in ordine, eccetera eccetera eccetera. Insomma, oltre a essere La Mentina sono anche No Iosa, una specie di doppia supereroina che è capace di lamentarsi e brontolare per ore, ore, ore e ore, senza scaricarsi mai.
Fino a quando, all’improvviso, l’adolescente del mio cuore si catapulta giù dalle scale, corre verso di me e mi dice che mi vuole bene, senza necessariamente chiedermi dei soldi o estorcermi il permesso per chissà quale diavoleria.
E allora torno Paoletta, la mamma del mio ex piccolino che una volta alla settimana si fa i baffetti. Fino naturalmente alla prossima lavatrice da caricare, quando sarò costretta a gravitare di nuovo nei paraggi della sua tana.
PS: Visto che sono una persona onesta, vorrei confessare che il personaggio di "La Mentina" non me lo sono inventato io. "No Iosa" invece è tutto mio.
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