Da questo pomeriggio per ordine del vescovo di Milano Mario Delpini non possono più essere celebrate messe. Si spiega che è una misura presa per per ottemperare ordinanza emanata dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, di concerto con il ministro della Salute, Roberto Speranza che vieta assembramenti di persone.
La sua disposizione, forse esageratamente zelante, semplicemente non ha senso. Lei lo sa che le messe non sono da molti anni ormai una forma di “assembramento di persone”, sono piuttosto vuote le nostre chiese, poco frequentate. Io le frequento e lo so, ed anche lei lo sa. Altro che due metri tra una persona e l'altra!
Non ha senso permettere che si possa andare in metropolitana o al ristorante e vietare di partecipare ad una messa. Caro vescovo disobbedisca se le è stato imposto, o ritrovi la ragione se è stato frutto di una sua scelta.
Ho letto nella Benedizione da lei scritta che è stata pubblicata oggi questo passaggio: “La gente comune non sa molto di quello che succede, dei pericoli e dei rimedi di fronte al contagio.Il Signore è alleato degli uomini di scienza che cercano il rimedio per sconfiggere il virus e il contagio”. E ancora “La benedizione di Dio ispiri la prudenza senza allarmismi, il senso del limite senza rassegnazione. Il consiglio dei sanitari e delle persone di buon senso suggerirà provvedimenti saggi”.
Ecco, che il Signore ispiri i Fontana e gli Speranza di turno perchè ne hanno molto bisogno, ma ispiri anche lei e le faccia capire che è una misura ridicola, insensata. Ma non solo, anche umiliante per chi crede, per chi ogni giorno cerca l’incontro con l’Eucaristia. Lei sa e dovrebbe insegnare quando sia imporante l’incontro personale con Cristo nell’Eucaristia. E allora non lo vieti.
Il suo divieto lascerà campo aperto ai profeti di sventura e a chi da Radio paracattoliche racconta dell’inizio dell’Apocalisse. Caro Delpini ci ripensi e ridia l’Eucarestia a chi la cerca ogni giorno.
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