Famiglia

Papà c’è ma non si vede

Non è un mistero:al bambino pensa solo la mamma.Lei lo lava e lo nutre,lei va a parlare con i professori.E il marito? Ogni tanto gioca.Ma solo se il figlio è piccolo

di Giampaolo Cerri

Chi va a parlare con i professori? L?interrogativo ricorre spesso nelle case italiane dove ci siano dei figli. L?Istat, nella nuova edizione dell?Indagine Multiscopo sulla famiglia, svela che spetta quasi sempre alle madri il confronto con gli insegnanti dei figli. Se si tratta di bambini dai 6 ai 13 anni, tocca alle mamme nel 65% delle famiglie; i padri diligenti raggiungono appena il 14%, percentuale pressoché identica ai casi di condivisione della responsabilità (babbi e mamme insieme al colloquio).
Un dato rivelatore, se si vuol capire su quale dei due coniugi ricada il peso principale della cura dei figli in Italia. E ciò anche quando entrambi i genitori lavorano fuori casa. I compiti dei bambini, ad esempio, spettano nel 42 % dei casi alle mamma lavoratrici (percentuale in linea con quella delle madri casalinghe, pari al 38,7%). D?altronde, su un monte di 60 ore settimanali di lavoro domestico, il 54% tocca alle madri di bambini fino a 2 anni, contro il 21,4% dei papà.
Certo, esiste anche il marito-collaborativo. L?Istat ne traccia il profilo: impiegato e con il titolo di studio alto. È un padre coinvolto nella cura quotidiana dei figli (da 0 a 2 anni): nel 19% dei casi dà da mangiare al bebé, nel 24% lo mette a letto, nel 16% lo veste al mattino, nel 18,4% cambia il pannolone.
L?operazione meno amata del marito-collaborativo rimane il bagnetto che offre, in assoluto, la percentuale più bassa: solo 7,7 papà su 100 si cimentano con paperelle, schizzi, urla e via dicendo. Ovviamente l?uomo-collaborativo (non chiamiamolo ?mammo?, per carità) è più disponibile se la moglie lavora. Le percentuali crescono fino a punte del 30,7% (quando si tratta di canticchiare la ninna-nanna ai pupi). In nessun caso comunque si arriva alla percentuale del 50%: l?agognata parità almeno per le incombenze domestiche è ancora lontana.
I dati si fanno più lusinghieri quando si tratta del gioco. Nella fascia di età che va dai 3 ai 5 anni, quasi 40 padri su 100 giocano con i figli tutti i giorni. A mano a mano che i bambini crescono (e le attività ludiche richiedono più impegno) il papà però si defila. Fra i 6 e i 10 anni, i babbi ?giocosi? scendono al 24,4%, per scivolare al 9,9% quando i figli hanno fra gli 11 e 13 anni. Il resto è mamma e sempre mamma. L?altra metà del cielo fa ancora molto, moltissimo, in terra.

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