Volontariato

Che succede in Periferia?

di Dino Barbarossa

Viviamo una fase di profonda trasformazione sociale, in cui agli antichi valori si stanno sostituendo nuovi e innovativi principi sociali, e tutto ciò rende la società "liquida", spesso disorientata e sicuramente incapace di reagire alle turbolenze.

Così, mentre nel mondo si consumano guerre insensate e le grandi potenze della terra si sfidano "a chi ce l'ha più grossa", le vittime più fragili sono le persone che vivono nelle tante "periferie esistenziali" che abbiamo costruito.

Le abbiamo costruite, anche solo delegando le scelte alla politica, alla burocrazia, alle lobbies, alla criminalità.

Le abbiamo costruite, delegando la formazione del consenso e della democrazia ai "falsi profeti".

Le abbiamo costruite costringendo le persone ad una vita impossibile, spostando lì decine di migliaia di cittadini dalle loro Comunità in questi "non luoghi" per meri fini speculativi.

Così le Periferie sono diventati contesti in cui è palpabile il degrado, ma anche contesti in cui si sono canalizzate enormi risorse economiche ed in cui si sono stretti forti legami fra politica e criminalità organizzata. L'escalation criminale nelle Periferie, il certosino controllo del Territorio, il soffocamento delle iniziative sociali che cercano con fatica di invertire la rotta, rappresentano un colossale ossimoro sociale.

Da alcuni giorni, la città in cui vivo è scossa da quanto è accaduto ai Rugby I Briganti ASD Onlus – Librino, una delle reatà sociali che meglio persegue l’azione di sostegno ala crescita dei ragazzi di #Librino. Un grave fatto violento che, peraltro, si colloca alcuni giorni prima della visita di Sergio Mattarella a Catania, che – ovviamente – visiterà Librino, frattanto "rimessa a lucido per l'occasione.


E' diventato un "must" fare visita a Librino, perché Librino è una "Città nella Città", accoglie 80.000 abitanti, un patrimonio appetibile a tutti. A Librino, come nelle altre grandi periferie, arrivano quotidianamente grandi finanziamenti e ci ruotano intorno altrettanto grandi interessi.

Questo fa dimenticare "volutamente" che le metropoli urbane sono contesti ormai fuori controllo: in cui le industrie vanno via, in cui la povertà aumenta, in cui la violenza si afferma soprattutto fra i giovani, in cui l’emigrazione giovanile è preoccupante, in cui la democrazia è un optional e la formazione del consenso un mistero, in cui il caos veicolare ha raggiunto livelli assurdi, in cui…si sopravvive e, se si può, si scappa. In tutto ciò, l’individualismo è sfrenato, c'è una sorta di "gara per la sopravvivenza" che non esclude nessuno. Una "gara" in cui gli artefici sono piuttosto "eroi" che espressione della collettività.

C'è rassegnazione e voglia di andare via da parte di tanti cittadini onesti che, però, non hanno alternative. Mentre si alimenta ancora il sistema della costruzione di palazzoni per continuare nella speculazione edilizia e i centri storici si svuotano o diventano la casa delle persone migranti.
A queste logiche "ciniche" possiamo rispondere unicamente con la "solidarietà", sapendo che va alimentata ogni giorno, va vissuta in prima persona, va accompagnata da politiche pubbliche di sostengo e non di ostacolo: solo così si sedimenta nella cultura e cambia le persone e le comunità.

Giochiamola insieme questa partita: è la partita più importante per sconfiggere le "periferie esistenziali" e rifornire la Società di un nuovo sistema di valori.

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