Mondo

Giappone: bugie “nucleari”

Mentre al summit di Johannesburg Greenpeace manifesta contro l'unica centrale nucleare del continente, in Giappone, terzo paese al mondo per centrali nucleari, scoppia lo scandalo sicurezza.

di Redazione

Mentre al summit di Johannesburg Greenpeace manifesta contro l’unica centrale nucleare del continente, in Giappone, terzo paese al mondo per centrali nucleari, scoppia lo scandalo sicurezza. La notte scorsa, la maggiore impresa del nucleare del paese, la Tokyo Electric Power Company (Tepco) -spiega Greenpeace in una nota- ha ammesso di non aver condotto i necessari controlli sulla sicurezza degli impianti negli anni ’80-’90 e che i risultati dei test realizzati sono stati deliberatamente falsificati. ”Il programma nucleare del paese, cosi’ come i progetti futuri che coinvolgono la britannica British Nuclear Fuels e la francese Cogema sono ora in serio dubbio” afferma il direttore generale di Greenpeace, Domitilla Senni. Il Giappone, sottolinea, ha infatti ”il piano piu’ massiccio al mondo di costruzione di nuovi reattori, per i quali intende usare migliaia di chili di plutonio”. Conseguenza immediata della notizia: il rinvio annunciato del presidente della Tepco, Nobuya Minami dell’utilizzo del controverso combustibile Mox (ossidi di plutonio) in uno dei suoi reattori, che doveva avvenire nelle prossime settimane. L’azienda, precisa Greenpeace, ”ha ammesso le carenze e le bugie sui controlli, solo dopo che un ex lavoratore che ha compiuto le ispezioni ha informato a luglio 2000 il ministero dell’Industria, che da allora afferma di aver condotto delle indagini”. In ogni caso, questo episodio ”e’ la conferma che il governo giapponese per almeno 2 anni non ha diffuso importanti informazioni sulla sicurezza nucleare, continuando ad asserire la sicurezza dei reattori”.


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