Mondo

La questione cruciale di Jo.burg. No acqua, no vita

Summit. Il primo bilancio di Riccardo Petrella. "Nel 2015 l’Onu stima che saranno 8 miliardi le persone senza acqua potabile".

di Redazione

Riccardo Petrella, docente di economia a Lovanio e tra i massimi esperti dell?emergenza acqua, è stato a Johannesburg per ribadire le ragioni della campagna internazionale per il diritto all?acqua, presentata al vertice sullo Sviluppo sostenibile. A lui abbiamo chiesto di fare il punto su Jo-burg. Sul piano positivo, ci si può aspettare una serie di accordi su progetti specifici. Per esempio, l?Iniziativa Acqua della Ue concernente l?Africa ed in particolare la gestione dei bacini idrografici. Gli accordi vengono stipulati à la carte tal e tal altro governo del Nord e del Sud, con il sostegno delle organizzazioni delle Nazioni Unite o della Banca Mondiale, e delle grandi imprese multinazionali private. Che deciderà il Vertice? Questo vertice è il regno delle cose dette pratiche, dei progetti detti ?fattibili?, cioè che possono trovare un finanziamento soprattutto da parte degli investitori privati. Sul piano negativo, bisogna energicamente denunciare il fatto che ancora una volta i rappresentanti dei Paesi più forti (perché ricchi) riusciranno a impedire il riconoscimento ufficiale del diritto all?acqua come diritto umano e sociale universale, inalienabile ma ad affermare che l?acqua è un bisogno vitale, che l?acqua è un bene economico raro, prezioso e che deve essere valorizzato in quanto tale attraverso i meccanismi di mercato. In secondo luogo il Vertice servirà a evitare di redigere una ?Convenzione mondiale dell?acqua per il XXI secolo? che contenga principi e misure concrete vincolanti per tutti gli stati del mondo e tutti i soggetti privati, incluse le multinazionali. Noi del Comitato internazionale per il Contratto mondiale dell?acqua siamo a Johannesburg per batterci affinché l?idea del Contratto mondiale dell?acqua sia promossa, discussa e difesa. In terzo luogo, riusciranno a far credere che il solo obiettivo realista per il 2015-2020 nel campo dell?acqua sia quello di dimezzare al 2015 il numero delle persone che oggi nel mondo non hanno accesso all?acqua potabile (1,5 miliardi di persone). Si tratta di una pretesa mistificatoria perché essa implica che accettiamo così che nel 2015-2020 ci saranno ancora miliardi di persone (su 8 miliardi) che non avranno il diritto all?acqua potabile e quindi alla vita! E lo chiamano «un obiettivo realista, ragionevole e ambizioso»! Infine il Vertice, servirà ad affermare che la soluzione al diritto alla vita (e all?acqua) per tutti passa attraverso l?investimento privato perché i poteri pubblici saranno sempre più poveri finanziariamente, e che la concessione alle imprese private della gestione dei servizi idrici rappresenta lo strumento più efficace per ottimizzare gli usi delle risorse idriche nel mondo. Gli schieramenti I paesi più sensibili al tema sono la Svizzera, il Belgio, la Germania e, fino ad un?epoca recente, l?Olanda e il Giappone tra i Paesi del Nord; il Brasile, il Senegal e l?Egitto tra i Paesi del Sud. La Francia è sensibile ai problemi dell?acqua per interessi economici e commerciali: le due più grandi imprese multinazionali d?acqua del mondo sono francesi. I Paesi maggiormente colpiti dalla questione sono l?India, la Cina, il Bangladesh, i Paesi del Sahel, la Siria, la Giordania, la Palestina ma soprattutto le grandi megalopoli dell?Africa, dell?Asia e dell?America latina e del Centroamerica. La ?crisi? dell?acqua è la ?crisi delle città?, è la crisi del vivere insieme. Cosa possiamo fare? è difficile modificare le nostre città con le case e i servizi di rete idrica come sono stati costruiti finora per introdurre un duplice sistema di distribuzione d?acqua per usi nobili (idropotabili) e per usi volgari (wc, lavastoviglie, lavabiancheria, ecc). ma non è impossibile. Soluzioni tecniche e soluzioni ?civili? (accordi tra cittadini a livello d?immobili, di condominio, ecc) possono far iniziare un processo di ristrutturazione graduale che nel corso di 2-3 decenni può portare a risultati. Più facile introdurre il duplice sistema in progetti urbanistici nuovi. Per esempio, è possibile imporre la regola di costruire nuovi edifici pubblici e privati con un sistema di riciclaggio-riutilizzo dell?acqua usata. Le multinazionali Le multinazionali si stanno comportando secondo la loro logica e i loro interessi. Per loro l?acqua è un settore economico e commerciale assai interessante destinato ad espandersi considerevolmente nel futuro. Le banche private hanno stimato che le persone servite di acqua da imprese private passeranno dalle attuali 350 milioni (a livello mondiale) a 1,65 miliardi nel 2015. Un?espansione notevole, quindi di grande attrazione per il capitale finanziario. Si comportano, inoltre, come ?grandi signori sensibili ai problemi del mondo?. Invitate a far parte delle delegazioni ufficiali di molti stati (Usa e Gb per esempio?), le multinazionali dell?acqua sono considerate dai poteri pubblici come ?partner salvatori?, come l?alleato naturale che possiede le conoscenze, le tecnologie e, soprattutto, la finanza. 4100 litri Un californiano oggi consuma in media 4100 litri di acqua potabile al giorno, inclusi gli impieghi per le piscine (sulla West coast ve ne sono 560 mila per 28 milioni di abitanti: vedi foto). Gli italiani si ?limitano? a 230, ma sono i maggiori consumatori al mondo di acqua minerale; solo il 3% dell?acqua potabile, infatti, viene utilizzata per bere, mentre il 60% ha una destinazione agricola e il resto viene ripartito tra usi industriali e domestici. Un miliardo e mezzo di persone, ?in compenso?, non dispone nemmeno di 30 litri al giorno, 20 in meno di quella che viene considerata la soglia minima per vivere dignitosamente. Bastano questi pochi dati a dare il senso dell?emergenza acqua nel mondo. Per sapere tutte le decisioni del Vertice sul tema acqua consultate questi due siti: www.vita.it Contratto Mondiale sull’acqua Riccardo Petrella


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