Politica

Squadre pronte contro gli incendi

Nasce nel 1994, l’Associazione Regionale Volontari Aib(Anti Incendi Boschivi) del Piemonte che oggi conta oltre 240 squadre e oltre 7000 volontari

di Antonietta Nembri

Sono nate un po? in tutto il Piemonte, negli anni Settanta, le prime squadre antincendio comunali costituite da volontari. Il loro contributo alla lotta agli incendi boschivi è stato determinante anche se non si possono nascondere che in quegli anni sussitevano dei limiti nel tipo di organizzazione eterogenea e sulla distribuzione nel territorio. All?inizio degli anni Novanta poi con la legge quadro sul volontariato e di quella regionale sugli incendi boschivi è stato possibile superare i problemi e raccogliere l?esperienza delle diverse squadre in un?unica associazione: un?organizzazione autonoma in grado di svolgere un ruolo attivo nella difesa dell?ambiente e del territorio. Nasce così, nel 1994, l?Associazione Regionale Volontari Aib (Anti Incendi Boschivi) del Piemonte che oggi conta oltre 240 squadre e oltre 7000 volontari. Una struttura come quella nata cinque anni fa, ha tra i suoi punti di forza la capillare e omogenea diffusione nelle aree montane e collinari del Piemonte e il forte legame che unisce i volontari al proprio territorio.
L?attività dei volontari si dipana su diversi fronti. Certo c?è lo spegnimento degli incendi che viene effettuata con il coordinamento del Corpo Forestale dello Stato, ma di grande importanza è anche la prevenzione sia quella diretta sia quella indiretta. Rientrano nella prevenzione diretta l?avvistamento e il pattugliamento delle aree e dei focolai, la pulizia periodica delle piste tagliafuoco e delle piste forestali. Le prime sono aree prive di vegetazione che devono essere mantenute pulite per evitare il propagarsi delle fiamme in caso di incendio, mentre le secondo sono le vie attraverso le quali si fanno giungere più vicino possibile al luogo dell?incendio mezzi e uomini. «Molto spesso nelle zone montane i trasferimenti vengono fatti a piedi e si giunge sul posto per poter operare per esempio con le attrezzature manuali come pale e badili», spiega Mario Lupario della segreteria dell?associazione. Per prevenzione indiretta si intende soprattutto l?opera di sensibilizzazione e di educazione. «Il 40 per cento degli incendi boschivi nel nord Italia sono di origine antropica (provocati cioè dall?uomo), al di là del dolo non va dimenticato che troppo spesso si tratta di azioni colpose, dovute a disattenzione o a incapacità di valutare i rischi», afferma Mario Lupario.
Dalla sua nascita, i volontari piemontesi dell?Aib sono più che raddoppiati, alla nascita erano circa 3500 e oggi sono appunto 7300. Per entrare nelle squadre non ci sono particolari limitazioni, basta avere più di 18 e meno di 65 anni, occorre godere di buona salute e, caratteristica importante, risiedere nelle vicinanze della sede di una squadra che sono soprattutto nella fascia collinare e alpina.
Nei periodi di maggior rischio che per la zona piemontese, come del resto per il nord Italia, sono il periodo che va dall?autunno alla primavera inoltrata, sono organizzati dei turni di vigilanza, gli eventuali focolai di incendio avvistati vengono quindi segnalati alla Sala Operativa regionale (attiva 24 ore su 24) che attiva la squadra Aib più vicina. Quando esistono piste forestali le squadre che hanno in dotazione mezzi fuoristrada li utilizzano insieme alle attrezzature trasportabili quali serbatoi d?acqua da 500/1000 litri e pompe ad alta pressione che facilitano le operazioni di spegnimento. La maggior parte delle volte, però il fronte del fuoco è raggiungibile solo a piedi e quindi si ricorre ad attrezzature quali pale, motosoffiatori, rastri o flabelli. In questo caso l?azione è più faticosa e lunga e servono anche molti più volontari.
Pronti per l?operazione Arcobaleno
Pronti per l?operazione ArcobalenoAnche se l?azione principale dell?associazione regionale volontari Aib del Piemonte è la difesa dell?ambiente con particolare riferimento allo spegnimento degli incendi e alla loro prevenzione, non va dimenticato che ci sono anche altre attività che vedono impegnati gli uomini e le donne dell?Aib su diversi fronti. I volontari dell?antincendi boschivi, infatti, rientrano nella Protezione civile e come tali sono stati chiamati a intervenire in diverse emergenze. L?ultima in ordine di tempo è la partecipazione all?Operazione Arcobaleno a favore dei profughi del Kosovo. «Siamo stati allertati, non sappiamo ancora con precisione (alla vigilia di Pasqua) dove verremo inviati», precisa Mario Lupario «il nostro incarico dovrebbe essere quello di collaborare alla costruzione di un campo profughi in Albania». Dalla loro nascita i volontari sono stati chiamati anche a intervenire in occasione di alcune calamità.
Nel 1998, per esempio, i volontari piemontesi sono stati impegnati nella gestione di un campo per i terremotati dell?Umbria. Per chi si mette al servizio degli altri, non cambia se la propria azione è spegnere un incendio o costruire una tenda, si interviene dando sempre il massimo di sé. E non si può non ricordare David Bertrand, un volontario dell?Aib che il 6 febbraio di quest?anno ha perso la vita nel corso di un?operazione antincendio.
La scheda
NOME: ASS. REGIONALE VOLONTARI ANTINCENDI BOSCHIVI PIEMONTE
INDIRIZZO: via XX Settembre, 22 – 10121 – Torino
TELEFONO: 011/539827
PRESIDENTE: Cesare Muno
SCOPO: Interventi di prevenzione ed estinzione incendi in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato in Piemonte
ANNO DI NASCITA: 1994

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