Cultura

Totti e quella diretta che sancisce il nostro provincialismo

di Lorenzo Maria Alvaro

Lunedì 17 giugno 2019. Ore 14. Una data storica. In diretta sulla Rai è andata in onda una grottesca conferenza stampa di Francesco Totti che annuncia, per la seconda volta, l'addio alla Roma. Questa volta da dirigente.

Due ore mandate in diretta cambiando i palinsesti delle televisione pubblica per dare il giusto spazio ad un ex calciatore per raccontare i motivi che l'hanno portato a dare le dimissioni e quali magagne si siano verificate all'interno delle gerarchie della AS Roma, per portarlo a questa scelta.

Due ore che hanno sancito in un sol colpo l'inutilità della classe giornalistica italaina, il provincialismo in cui siamo sprofondati e la mediocrità del nostro presente che ci obbliga costantemente a vivere nel passato.


A quanto pare (stando alle prime pagine di Corriere e Repubblica) le considerazioni del Pupone, come di consueto in un italiano stentato, sono più importanti di tutto, anche del fatto che un grande scrittore, Andrea Camilleri, è in fin di vita.

Viene da chiedersi se tutto questo sia normale. O forse anche no.

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