Da tanto, troppo tempo si sprecano parole e soldi per contrastare l’escalation di barbarie nel mondo.
Ci sono tragedie lontane e tragedie vicine.
Ci sono eventi apocalittici e violenze domestiche.
Il tempo di pandemia è stato un grande amplificatore del percorso di autodistruzione che l’uomo sta costruendo, coinvolgendo le risorse umane e naturali, in molti modi e con un unico interesse…rimanere da solo, l’ultimo essere umano vivente e onnipotente.
In questo schema si assiste ormai inermi ad una serie infinita di comportamenti violenti.
Sono violenti i padri con i figli ed i figli con i padri
Sono violenti gli uomini con le donne
Sono violenti i potenti con i poveri
…si potrebbe continuare all’infinito, ma ciò che è evidente è la mancanza di Amore sulla Terra.
Eppure ci siamo accorti di quanto sia divenuta “fragile” la nostra esistenza, può essere messa in discussione repentinamente e violentemente.
Ma la nostra presunzione è di farla franca, di poter essere quell’ultimo uomo sulla Terra.
Proviamo a creare delle “certezze” per noi, a “riempire i covoni”, ad aggirare le regole per piccoli e grandi interessi…tutto questo senza guardare in faccia la realtà, cioè che al termine della vita non porteremo niente di tutto ciò con noi.
Stiamo riempendo il mondo di livore, di odio e di violenza, anche quando all’apparenza noi siamo quelli buoni, ma la nostra bontà è frutto della nostra insipienza, del disinteresse verso il destino altrui.
Può accedere ogni sorta di oscenità nel mondo, ma se non ci riguarda direttamente, la ignoriamo o la snobbiamo.
Eppure siamo al mondo per un atto di Amore, direi “sulla fiducia”. Siamo la testimonianza di un mondo fecondo, trasformato però in un meccanismo freddo, al punto che la vita concepita può essere interrotta.
E se si può usare violenza su un essere indifeso nel grembo di una madre, si può fare altrettanto con un figlio già nato, con un coetaneo che ci disturba, con un marito o una moglie, con un uomo dalla pelle diversa, con una persona che vive in strada o con un anziano o un disabile che non ci permette di “volare” secondo la legge del mondo di oggi.
Insomma, la fiducia che ci è stata concessa mettendoci al mondo, è stata mal riposta e mai sarà ricambiata.
Nel famoso Inno all'amore tratto dalla Prima Lettera ai Corinti, San Paolo si interroga sull'Amore e vale la pena di rileggerlo:
"Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l'amore, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi l'amore, non sarei nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi l'amore, niente mi gioverebbe.
L'amore è paziente, è benigno n non avrà mai fine".
Vorrei formulare anche io un inno all'Amore e parlare delle tante e immense meraviglie che illuminano il mondo ancora oggi, senza per forza dover sottolineare il male che l'uomo sta infliggendo a se stesso e al mondo in cui vive.
"Non devi avere paura del male che c'è nel mondo, ma del bene che manca al mondo" (don Oreste Benzi) e per dirla con le parole di Papa Francesco, “Se il male è contagioso, lo è anche il bene. Pertanto, bisogna che abbondi in noi, sempre più, il bene. Lasciamoci contagiare dal bene e contagiamo il bene!”
Il bene si nutre della relazione, della fiduca reciproca, dell'assunzione di precise attenzioni e responsabilità verso chi è più fragile: non possiamo pensare che il bene sia "qualcosa da fare", una delle tante cose da fare. Il bene è un atteggiamento costante che ci libera dai nostri condizionamenti, dalle convinzioni di immortalità e benessere, e ci sospinge verso la felicità, verso il vero Amore gratuito.
Non so dire se siamo ancora in tempo a tornare indietro, a rinsavire, ma so per certo che "la speranza non avrà mai fine".
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