Le preferenze culinarie dell’ADMC (l’adolescente del mio cuore, sempre lui) restano un grande mistero dell’universo. Non so se la scienza riuscirà mai a dare una risposta a tutti i miei punti interrogativi, ma io non perdo la speranza. Voglio dire, siamo vicini ad andare su Marte, vuoi dire che nessuno saprà mai spiegarmi perché a mio figlio fino a ieri piacevano i fagiolini lessi freddi, conditi con olio, sale e aceto, mentre adesso gli stessi identici fagiolini “fanno davvero schifo, mamma”?
Com’è possibile che ieri sera sia andato a dormire con i fagiolini inseriti nel cassetto delle cose che gli piacciono e che questa mattina si sia svegliato con i fagiolini nel cassetto delle cose repellenti?
Voglio dire, non può essere colpa degli ormoni, suvvia.
Sono andata anche a controllare nella credenza: l’aceto è lo stesso usato ieri. Pure il sale è lo stesso, comprato al discount, ma non credo che abbia effetti allucinogeni. L’olio è quello della Puglia. Quello buono, insomma, che mi costa che manco lo distribuisse Tiffany.
E i fagiolini sono gli stessi di ieri.
Cioè, non proprio gli stessi, perché quelli li ha mangiati e sono entrati nel suo ciclo digestivo, ma sono comunque i fagiolini che ho comprato qualche giorno fa.
E più o meno è andata così:
Mamma: “Non hai fame?”
Figlio: “No, no, ho fame”.
Mamma: “E allora perché non mangi i fagiolini?”
Figlio: “Perché non mi piacciono, i fagiolini”
Mamma: “Ma li hai mangiati fino a ieri!”
Figlio: “I gusti cambiano, quando uno cresce. Quando ero piccolo mangiavo anche i cetrioli, e ora non li mangio più”.
Mamma: “Ok, ma non puoi cambiare gusti da un giorno all’altro!”
Figlio: “Certo che posso”.
E così ho incassato pure questa. Una manciata d’ore più tardi, quando ho telefonato ai miei genitori mentre passeggiavo con i miei cani, mi sono sfogata con mia madre. La nonna dell’ADMC, per spiegarmi meglio.
Mi aspettavo un po’ di solidarietà, ecco. Perché la nonna, cioè mia mamma, ha dovuto fare i conti con la mia, di adolescenza, e la sua memoria funziona ancora perfettamente, così come la sua testolina (mica per niente le affido ogni anno la mia dichiarazione dei redditi, perché è precisa che manco un orologio svizzero). E invece mai una gioia nemmeno da lei.
Nonna: “Ah, non li mangia più, i fagiolini? Eh, capita che si cambino gusti a tavola. Meglio così. Una volta ho litigato con papà perché voleva mangiare soltanto la pastina a forma di stelline e io invece avevo comprato i bunbunin. Tanto ha grandinato tanto la scorsa settimana, e le piante di fagiolini sono tutte rovinate. Non credo che si riprenderanno. Meno male che si sono salvati i pomodorini piccoli!”.
Giusto, i pomodorini piccoli. Quelli che l’ADMC pretendeva di mangiare almeno una volta al giorno, suscitando gioia e commozione anche tra le sue insegnanti delle elementari, che lo portavano sempre ad esempio come emblema di alimentazione salutare ed equilibrata.
Chi glielo dice a mia madre che ora i pomodorini piccolini non li mangia più e vuole solo i “cuore di bue”?
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.