Politica

Tokarczuk e Turetta: due libri per capire la catena della vita e dei viventi

di Riccardo Bonacina

Sarà per il fatto di averli letti in sequenza o per il fatto che in entrambi i libri protagonisti siano, anche, gli animali, o ancora perchè letti in epoca di Covid, fatto sta che tra le mie, molte, letture estive non riesco a separare il romanzo del Premio Nobel Olga Tokarczuk , Guida il tuo carro sulle ossa dei morti (Bompiani), e la biografia di Sara Turetta, I cani, la mia vita (ed. Sonda). Due libri che mi hanno lasciato pensieri simili pur in tutta la loro abissale diversità.

Da una parte c’è la protagonista del bellissimo e originale romanzo della Tokarczuk, Janina Duszejko, un’anziana insegnante d’inglese di un paesino della provincia polacca appassionata di oroscopi e che, nel periodo invernale, fa la custode delle case di vacanza della Conca di Klodzko. Janina ha la passione dell’astrologia e un amore profondo per gli animali. Inoltre traduce le poesie di William Blake (il titolo del romanzo è un suo verso). Dietro alla passione per gli oroscopi di Janina si nasconde una ricerca sul senso profondo della vita, sulla ricerca su chi siano le persone oltre le apparenze, sul senso della responsabilità nei confronti della Natura e degli Animali, sul rapporto tra determinismo e libertà.

Dall’altra c’è una biografia appassionante raccontata in prima persona con stile giornalistico dalla protagonista di una storia particolare e totalizzante: una giovane pubblicitaria rampante di una grande agenzia mondiale, la Saatchi & Saatchi, che dopo aver visto le immagini del massacro dei cani randagi in Romania sul Corriere della sera del 14 maggio 2001 non riesce più a far finta di niente e a darsi pace. Una data che cambia tutto nella vita di una giovane per cui, come scrive: “sottrarre qualcuno a una vita di sofferenze mi rendeva straordinariamente felice”. Giustamente Susanna Tamaro in una recensione bellissima del libro ha parlato di questa “«autobiografia in forma canina» come di un viaggio nella dimensione dostoevskiana dell’esistere e una testimonianza di quella straordinaria forma di vita che si chiama «vocazione»”. Sono da leggere i travagli dei quasi 20 anni della Turetta in Romania e della sua associazione Save the dogs, ad ogni passo sconfitta o tradita e però sempre pronta a ricominciare grazie a una riserva infinita di energie morali.

Quale pensiero mi hanno lasciato questi due diversissimi libri? Il senso di quanto sia sbagliato l’equivoco su cui poggia anche la mia cultura e sensibilità ambientale che sta tutta nella relazione oppositiva o distintiva tra la sfera dell’umano e la sfera della naturalità vivente. Queste letture fatte nell’epoca della pandemia da Covid-19 mi hanno aiutato a riflettere su quanto la nostra specie non sia staccata dalle altre specie viventi, siamo un pezzo di una catena che è quella della vita perciò è tempo di prendersi cura, senza fondamentalismi e ideologsimi, di ogni specie vivente per prenderci cura di noi stessi.

In “Guida il tuo carro sulle ossa dei morti” leggiamo: “Insomma l’Uomo ha un grande dovere nei confronti degli Animali: aiutarli a vivere la vita; e a quelli addomesticati ricambiare l’amore e la tenerezza, perché loro ci danno molto più di quanto ricevano da noi. E bisogna che vivano la loro vita dignitosamente, che chiudano i propri Bilanci e nel libretto del Karma superino il semestre: ero un Animale, ho vissuto e mangiato; ho pascolato in pascoli verdi, ho partorito i Piccoli, li ho riscaldati con il mio corpo; ho costruito i nidi, ho fatto tutto quello che dovevo fare. Quando li si ammazza – e loro muoiono nella Paura e nell’Orrore, come il Cinghiale il cui corpo giaceva ieri vicino a me, e giace ancora là, umiliato, infangato e impiastricciato di sangue, trasformato in carogna – , li si condanna all’inferno e il mondo intero si trasforma in un inferno. Ma gli uomini non vedono tutto questo? Il loro intelletto è o no in grado di andare al di là dei piccoli piaceri egoistici? E che la nostra vita dipenda totalmente da noi. Questo legame con una cosa grande come il cielo, ci intralcia. Preferiremmo essere piccoli, allora i nostri peccatucci sarebbero perdonabili”.

Una riflessione a cui fa eco Sara Turetta che scrive : Sono profondamente convinta che la salvezza delle specie animali dipenda unicamente dalle nostre scelte: considerare l’estinzione dell’essere umano come la soluzione di tutti i problemi è un grande inganno. Solo l’evoluzione interiore dell’umanità e il nostro impegno concreto possono fare la differenza e compensare tutto il male che l’umanità, purtroppo, infligge alle creature di questo mondo».

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