Mondo
Usa. Rumsfeld: contro l’Iraq anche da soli
Lo ha detto davanti ai marines il segreterio di Stato alla Difesa Rumsfeld. Ma Cina, India, Germania e persino la Gb non sono d'accordo
L?attacco all?Iraq sarà deciso anche senza il consenso unanime degli alleati. Davanti a migliaia di marines americani, il segretario alla Difesa Usa Donald Rumsfield. ?Bush prenderà la sua decisione tenendo conto di quello che è meglio per gli Stati Uniti?, ha detto Rumsfeld. Di fatto il segretario alla Difesa Usa si è detto però certo che un?azione militare americana contro Baghdad sarebbe supportata dagli alleati di Washington. Un modo per dire: faremo di testa nostra, ma siamo certi che gli alleati, qualsiasi cosa decideremo, saranno con noi.
Ma le cose potrebbero non scorrere così lisce per il presidente Bush. Resta la frattura con il Congresso, che ha alzato un muro contro il presidente dopo il parere espresso dai legali della Casa Bianca, in base al quale Bush potrebbe decidere senza consultare il parlamento. E poi ancora la spaccatura ai vertici dell’amministrazione Usa fra “falchi” e “colombe”, tra gli interventisti, tra cui proprio il segretario alla Difesa Rumsfeld, e i contrari all’attacco, il segretario di Stato Colin Powell in testa. Ma è soprattutto il principale alleato degli Stati Uniti, il premier britannico Tony Blair, che ha abbandonato Bush. Blair è in grave difficoltà per l?appoggio dato al presidente americano. La spaccatura con gli altri esponenti del governo di Londra è già avvenuta su questo tema. E ora un sondaggio del quotidiano britannico The Guardian svela che il 52% degli elettori laburisti non vuole che la Gran Bretagna supporti gli Stati Uniti in questa guerra. Mentre a marzo il 46 per cento dei sostenitori laburisti era contrario ed il 43% favorevole, oggi il divario si è allargato passando ad un 52% contrario ed un 35% a favore. Resta poi il problema della Germania. Sempre più Washington e Berlino sono ai ferri corti su questo tema. Schroeder proprio non ne vuole sapere di un nuovo conflitto contro l?Iraq e ha dato il suo “no” definitivo.
Proprio ieri Bush ha incontrato l?ambasciatore saudita a Washington, nel tentativo di convincere il mondo arabo ad appoggiarlo in un?eventuale testa a testa col raìs. Ma anche Riad non è convinta e ha precisato che, pur condividendo l?idea che Saddam rappresenti una minaccia per il mondo, di fatto non è d?accordo con l?attacco e ha chiesto che si trovino soluzioni diplomatiche alla questione.
In giornata è arrivato anche il ?no? di Cina e India all?attacco. “Ricorrere alla forza o minacciare di farlo non risolverà il problema Iraq e acuirà l’instabilità e le tensioni nella regione”, ha detto il ministro degli Esteri cinese, Tang Jiaxuan, dopo avere ricevuto il suo omologo iracheno Naji Sabri.
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