Welfare

Tom Benetollo: pensate agli ultimi. Ulivo, meno vipperie

Il leader dell’Arci prepara la protesta per l’applicazione della Bossi Fini. E intanto nota: "D’accordo con i girotondi per la giustizia".

di Ettore Colombo

Due date-evento agitano il faticoso agosto della sinistra d?opposizione. Il 9 e il 14 di settembre. La prima, a dire la verità, la conoscono in pochi: è la data di entrata in vigore della Bossi-Fini. La seconda, invece, la conoscono tutti: girotondisti e professori hanno indetto, quel giorno, una grande manifestazione nazionale sulla giustizia. Appelli e inviti alla mobilitazione fioccano su Internet e sui giornali, dall?Unità al manifesto, da Repubblica a Liberazione. Firmati Pancho Pardi e Nanni Moretti, ma anche Umberto Eco e Antonio Tabucchi. Mobilitazioni sulla Bossi-Fini molte meno.
Paolo Flores d?Arcais ha passato le vacanze ad organizzare un grande girotondo contro Berlusconi. Il tam tam è già partito, il problema sono i numeri e le adesioni: i Ds, tra vari maldipancia, ci stanno. La Margherita dubita: il 14 settembre cade nel mezzo della sua prima festa nazionale. Verdi e Pdci sono entusiasti. Il Prc tiepido.

Come i marescialli
Tom Benetollo, presidente nazionale dell?Arci, ha aderito all?appello sulla giustizia («Senza essere mai stato un giustizialista, ci tiene a precisare: sono un garantista dagli anni Settanta, figurati»), ma con molto garbo ha ricordato ai girotondisti che esistono altri problemi, sulla faccia della terra, tipo l?immigrazione. Al telefono, da Padova, usa toni meno garbati, forse perché è Ferragosto e lui, «come i marescialli», non è in vacanza, ma «in servizio permanente effettivo, 24 ore su 24: a Ferragosto ho dovuto risolvere i guai di due ragazze, bloccate a Tel Aviv, coi ministeriali in ferie«. E i guai della sinistra, Benetollo? «I girotondi non sono un partito, quindi non devono occuparsi di tutto, ma penso proprio al tema in questione, la giustizia, e mi chiedo: esistono solo i guai giudiziari dei ricchi e dei potenti? E i carcerati comuni, per lo più immigrati, in ogni caso di condizioni sociali povere e poverissime, chi si occupa, il ministro Castelli? Quello che crede che le prigioni italiane siano degli alberghi di lusso? Spero, tuttavia, che con la presentazione della Finanziaria, molti dubbi si chiariranno e si capirà chi vuole cosa, per davvero, anche a sinistra. Certo è che la ?vipperia? ulivista o girotondista che sia non mi va giù, ma che ci posso fare: io sono abituato a farmela da solo, la spesa, a contare quanti soldi ho nel portafoglio, di questi tempi, a guardare l?orologio. Questi vanno al ristorante e si vantano di andare in giro senza portafoglio. Come possano essere in sintonia coi problemi quotidiani della gente mi sfugge. E a loro sfuggono i guai di esclusi e ultimi».

Poveri, attenzione zero
Chiara Saraceno, economista di sinistra che di poveri si è occupata a lungo, come presidente della commissione Povertà, punta il dito contro l?Ulivo, ma quello passato, al governo per cinque anni: «Di noi si vergognavano, nascondevano i nostri studi, eravamo scomodi. Ma anche del ministro Livia Turco si vergognavano: non porta voti, dicevano. Ora, nel nuovo programma che stanno studiando pare inseriranno un mio vecchio pallino, il reddito minimo d?inserimento, ma sono ancora lì che studiano. In compenso, il governo ha sfornato il Libro bianco, il Patto per l?Italia? Poi, certo, spesso sono solo chiacchiere: la povertà dilaga al Sud e tra le famiglie con più figli. Uno si aspetterebbe che il centro-destra si preoccupi. Ma nei girotondi non credo. Un?ottima cultura liberale, la loro, per carità, ma cultura sociale zero, non sanno nemmeno cos?è».
A tuonare contro la Bossi-Fini, a sinistra, sono in pochi: Prc, Verdi e diessini, ma in ordine sparso. Gloria Buffo, esponente della sinistra interna della Quercia, cerca faticosamente di chiudere il cerchio e tenere assieme tutto, girotondi e problemi sociali: «La destra attacca assieme stato sociale e stato di diritto. Bisogna rispondere, colpo su colpo, e tutto serve, girotondi compresi. Ma spero che la scesa in campo della Cgil serve per tenere assieme tutti, legando diritti e lavoro».

9 settembre
E’ questa la data in cui entrerà in vigore la legge Bossi-Fini, dopo quindici giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (prevista per il 26 agosto). A partire da questo momento a tutti gli extracomunitari che entrano in Italia saranno prese le impronte. Saranno inoltre disponibili, presso tutti gli uffici postali, i famosi ?kit per la regolarizzazione? di colf e badanti, con i moduli per dichiarare la propria posizione lavorativa in famiglia e ottenere il permesso di soggiorno. Al momento del sì definitivo alla Bossi-Fini, l?11 luglio scorso, il governo si è impegnato a estendere la regolarizzazione anche a tutti gli altri lavoratori extracomunitari, che lavorano ?in nero? come dipendenti. La loro regolarizzazione sarà disciplinata in un decreto legge che dovrebbe essere varato il 6 settembre. A partire dal 9, dunque, presso gli uffici postali dovrebbe essere disponibile anche il ?kit? specifico per questi lavoratori, contrassegnato da un colore diverso. Info:
Ministero dell’Interno

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