Mondo
Le nuove vie della sostenibilità. Pensiamo in piccolo
Al vertice sulla sostenibilità governi ed aziende riscoprono il potere di microinterventi. Come affittare pannelli solari a Santo Domingo.
Non solo piccolo è bello, come scriveva negli anni Settanta l’economista tedesco Ernst Friedich Schumacher. Ma anche profittevole. Lo aveva già dimostrato il padre del microcredito Muhammad Yunus, lo hanno confermato a Johannesburg le grandi multinazionali inviate dall’Onu a tratteggiare modelli per uno sviluppo più sostenibile.
Multinazionali come l’Anand Milk Union Ltd (Amul), azienda casearia indiana con vendite per 612 milioni di dollari l’anno, crescite annuali del 25% ed esportazioni negli Stati Uniti, Africa e Medio Oriente che l’anno scorso ha distribuito una parte dei suoi 12 milioni di entrate a due milioni di contadini del Gujarat. Azionisti della compagnia, organizzati in 175 cooperative sociali, che tutte le mattine mungono le loro vacche e vendono all’Amul sette litri di latte fresco per 2,80 dollari. Un costo di approvigionamento bassissimo che consente alla compagnia di rubare spazio a colossi come la Nestlè.
Nuova strategia
Un caso di successo isolato? Tutt’altro. Se ne è accorto anche il prestigioso settimanale americano Business Week che nel numero del 26 agosto, in pieno Summit, ha dichiarato il principio dello small is profitable una delle 25 migliori idee in circolazione per cambiare il mondo. Idea sposata anche da Unilever: colosso dei beni di largo consumo da 50 milioni di dollari che ha rimpicciolito le confezioni ed i prezzi di suoi prodotti di successo come il deodorante Rexona per venire incontro alle esigenze ed ai budget dei consumatori poveri. Conquistando il 60% del mercato in India, Bolivia, Perù e Filippine. Che lezione trarre da questa nuova business strategy?
Semplice: il piccolo è la chiave per un modello di sviluppo sostenibile. E quello che potrebbe sembrare un retromarsch, come abbassare il prezzo dei prodotti nei Paesi poveri, in realtà è un investimento sul futuro del mondo e della propria azienda. L’equazione micro intervento= sviluppo sostenibile diventa ancor più chiara ragionando su problemi concreti in discussione a Johannesburg, come l’accesso alle risorse.
Tutti conoscono il dato sul gap di consumo energetico fra Nord e Sud del mondo: il 16% della popolazione mondiale usa il 58% dell’energia. Ma quanti sanno che nella Repubblica Dominicana, dove il 60% della popolazione non ha l’accesso all’energia, opera un’azienda americana chiamata Soluz Inc che per 12 dollari al mese affitta ai poveri pannelli solari venduti sul mercato a 1.500 dollari? Potrebbe sembrare una politica suicida, ma è esattamente il contrario: la Soluz ha rilanciato il mercato dell’energia solare e guadagnato 400 mila potenziali clienti.
A Johannesburg, insomma, i grandi della Terra hanno riscoperto la logica dei micro interventi dai grandi risultati. Come quello che l’azienda tedesca Gesellschaft fuer Technische Zusammenarbeit sta sperimentando in 66 case sudafricane: sostituire i fornelli a carbonella con cucine ad energia solare ed alta efficienza termica, con risparmi annuali di 60 tonnellate di legno e di due tonnellate di gas. Con evidenti benefici per la salute, il portafoglio e le foreste trasformate in carbone. Briciole rispetto agli 1,675 milioni di metri cubi di legname che, secondo il Wwf, trasformiamo in combustibile, ma meglio di niente. Come meglio di niente sono i 130 chilogrammi di CO2 per metro quadrato che producono le ecovillette a schiera progettate dalla Oxford Brookes University contro una media nazionale di cinque mila chilI di CO2 a metro quadrato emesse dalle case tradizionali.
Sono solo alcune delle piccole ricette di sviluppo sostenibile che si stanno sperimentando nel mondo. Dal Costa Rica, dove l’aziende produttrice di porte Portico combatte lo sfruttamento delle foreste comprando terreno dalle comunità locali ed aiutandole a rimpiazzare gli alberi tagliati, all’Europa schierata contro inquinamento e turismo di massa.
15 centesimi
I viaggi all inclusive minacciano specie protette e biodiversità? A Maiorca, isole Baleari, li combattono con un’ecotassa: due euro per chi alloggia in un albergo a cinque stelle, un po’ meno per chi sceglie agriturismi e campeggi. Volontario, invece, il contributo di tre sterline che il direttore dell’aeroporto di Luton, a Londra, chiede ai passeggeri dei charter che atterrano sulla sua pista per piantare che alberi che assorbano un po’ delle sostanze inquinanti emesse dagli aerei. Ma nessuna tassa sembra funzionare bene quanto quella sulla plastica imposta dal governo irlandese a marzo: 15 centesimi di euro per ogni sacchetto di plastica usato.
L’idea del piccolo, profittevole e sostenibile ha conquistato anche il mondo del design. Dagli altoparlanti in Tetrapak riciclato della Sony, assemblati senza l’uso di adesivi o poliestere, alle penne verdi costruite dall’azienda italiana Novamont con Mater- Bi, un materiale simile alla plastica ma completamente biodegradabile passando per il dentifricio al propoli, glicerina vegetale ed acqua che l’azienda danese Urtekam produce senza usare alcun ingrediente chimico. Ma la palma d’oro della sostenibilità, intesa come business opportunity più che come gatta da pelare per tenere a bada gli ambientalisti, spetta all’industria del legno finlandese. Il motivo? Le analisi di mercato dicono che entro il 2010 il consumo globale di prodotti forestali raddoppierà e la Finlandia, che possiede 26 milioni di ettari di foreste, ha deciso di perfezionare il suo sistema di certificazione per garantire la sostenibilità degli ecosistemi forestali e di tutta la catena di lavorazione del legno. Obiettivo: arrivare a costruire la maggioranza delle case in legno secondo criteri della bioarchitettura.
Un mondo più leggero:
L’idea di Contrattoacqua
Acqua per tutti
Oggi più di 1,4 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua. Eppure garantire questo diritto, nella misura di 40 litri al giorno per persona, è possibile. Responsabilizzando la collettività perchè si assuma i costi dell’acqua secondo lo schema che segue. I cittadini, tramite meccanismi fiscali giusti ed equi, si ripartiscono i costi di 40 litri al giorno per persona. Ogni litro in più, dovrà essere pagato su basi progressive in funzione della quantità e secondo regole precise che tengano conto delle finalità dell’uso e contesto socio territoriale in cui si rende necessario. Deve inoltre essere fissato un livello di abuso dell’acqua che prevede penalizzazione.
Info:
Contratto mondiale sull’acqua
L’idea di Amici della Terra
Auto a Gpl
L’Italia è il Paese con la più alta densità di automobili per abitante: 40 milioni di mezzi che inquinano causando la morte di 15 mila persone l’anno. Per rendere la situazione più sostenibile, non c’è bisogno di rinunciare al proprio diritto alla mobilità: basta andare a Gpl. Il Gas propano liquido, finora scelto solo dal 4% degli automobilisti, che secondo gli Amici della Terra è la più importante alternativa a gasolio benzina super o senza piombo. Il Gpl, infatti, non contiene benzene, piombo e metalli pesanti che inquinano le nostre città.
Info:
Campagna per la promozione del Gpl
L’idea di Wwf:
Gestione dei fiumi
I fiumi occupano meno dell’1% della superficie terrestre, eppure da loro dipende il benessere di milioni di persone. Il Wwf propone di proteggerli attraverso un programma di gestione integrata articolato in sette punti. 1) Avere una visione a lungo termine. 2) Integrare le politiche di conservazione della natura, anti- inquinamento, della pesca, della navigazione e delle risorse idriche. 3) Affrontare i problemi sia su scala di bacino sia su scala locale. 4) Dare scadenze precise. 5) Favorire la partecipazione delle comunità locali. 6) Costruire e rafforzare la cultura del fiume. 7) Acquisire le necessarie basi scientifiche.
Info:
Wwf
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