Famiglia

Da Kabul a Baghdad. De bello religioso

Guerre. Il j’accuse di Franco Cardini. "C’è un fondamentalismo cattolico che ha sposato gli interessi bellicosi dell’America puritana". Anche ora, che l’Iraq è nel mirino.

di Giuseppe Frangi

Tornano a rullare i tamburi di guerra. Imperturbabili e come sempre sordi a ogni ragione. La politica torna a sfoderare una propaganda, grondante retorica e ferocia. L?obiettivo è il più annunciato del mondo: l?Iraq di Saddam Hussein. Un obiettivo non nuovo, visto che 11 anni fa, dopo aver invaso il Kuwait con un tacito consenso del Dipartimento di Stato americano, si trovò travolto in pochi giorni da un esercito di mezzo milione di uomini. Bush padre allora, preferì non fare l?ultima mossa, cacciando Saddam. Oggi Bush figlio vuole completare l?operazione lasciata in sospeso. «Quando una grande potenza descrive un altro Paese con le parole con cui il presidente degli Stati Uniti si è più volte servito, ogni diversa soluzione sembrerebbe cedimento e debolezza», ha scritto un osservatore attento e non certo antiamericano come Sergio Romano. Quindi guerra sarà. Restano da definire tempi e strategie, anche se già i grandi organi d?informazione fiutano l?evento ed enfatizzano a più non posso le veline del Pentagono. Insomma, sarà ancora un muro contro muro. Mondo del bene contro mondo del male. Civiltà buona contro civiltà cattiva. Progresso contro arretratezza. Franco Cardini conosce alla perfezione questo spartito, tanto da dedicargli un libro, con titolo che non ha bisogno di sottotitoli: I cantori della guerra santa. Storico prestigioso ma incapace di stare nella casella accademica, Cardini da sempre ama le incursioni tra passato e presente. Anche ai tempi della guerra del Golfo era uscito allo scoperto, allineandosi a quel fronte trasversale che da destra a sinistra, passando per il Vaticano, aveva parlato di una «guerra inutile». Ma oggi, rispetto ad allora, alzare la voce e farsi sentire è molto più difficile. Il fronte occidentale ha compattato le sue fila. E chi è fuori ha poche possibilità di far sentire le sue ragioni. Vita: Professore, cos?è cambiato in questi 11 anni? Franco Cardini: Sono esplosi gli opposti fondamentalismi. Soprattutto è cambiata la posizione di tanti cattolici, che hanno sposato tesi reazionarie, strizzando anche l?occhio alla Lega. è avvenuto uno strano e imprevedibile allineamento tra il cattolicesimo liberale, perfettamente filo occidentale, e il cattolicesimo integrale dei movimenti. Ho visto persone, intellettuali come me, aggregarsi al carro di un?America che sino al giorno prima veniva bollata come sentina di ogni male. Lo si può spiegare con il bisogno di legittimazione dopo decenni di frustrazioni, trascorsi ai margini. Dall?altra parte, le posizioni filo occidentali avevano bisogno di un più forte supporto d?identità. Così si è consumato questo strano matrimonio. Ma al fondo ha vinto la matrice puritana, che identifica il proprio interesse con ciò che è giusto. Emblematico l?equivoco che hanno creato interpretando Agostino. Che parla sì di «bellum iustum», ma il suo iustum deriva da ius, diritto: Agostino parla di una guerra condotta secondo un diritto. Vita: Il diritto invocato è quello dell?Occidente aggredito … Cardini: Le cose non stanno esattamente così. Perché ogni volta che si chiedono le prove provate di questa aggressione, in realtà ci presentano solo tesi da propaganda. Anche un liberale tutto d?un pezzo come il ministro Martino ha espresso le sue perplessità. Ma quando si fa coincidere l?interesse di una parte con il bene assoluto per l?umanità, non resta molto spazio per la discussione. Quello che stiamo vivendo è un nuovo maccartismo, dove gli spazi di neutralità vengono bruciati. E chi non è schierato è tout court un nemico. Così, io che non accetto questa visione calvinista in cui chi ha la ricchezza è il benvoluto di Dio, sono diventato un nemico. Vita: Strano destino per una società che si professa liberale? Cardini: Questo nuovo liberalismo ha bisogno di un nemico metafisico e lo ha identificato nell?Islam. è un totalitarismo soft, un?ideologia pervasiva che incontra sempre meno resistenze. Lo spazio per il confronto si riduce sempre di più. Invece che discutere si ricorre ai tribunali, da ambo le parti. Guardi quello che è accaduto in Francia alla Fallaci. Io non condivido una riga di quello che lei ha scritto, ma il fatto di portarla in tribunale mi è sembrato il frutto di una logica perversa. è la criminalizzazione sistematica dell?avversario. Vita: L?Islam non ha colpe in questa radicalizzazione? Cardini: Certo che ne ha, nella misura in cui ha demonizzato i cattolici favorevoli al dialogo, bollandoli come i nemici più pericolosi. Ma gli estremismi sono complementari, si tengono per mano. Si legittimano a vicenda. Così le costruzioni ideologiche sostitutive dell?analisi, fanno comodo a entrambi. Nella realtà, il mondo islamico è un?identità fortemente incrinata. Il modello occidentale esercita un fortissimo fascino tra quelle masse, attratte dal benessere e dalle tecnologie. Oggi, stili di vita alternativi a quello occidentale non esistono. E non bisogna scambiare la frustrazione creata da un benessere mal distribuito con un modello alternativo e minaccioso. Vita: E tra Europa e Stati Uniti vede ormai un?assoluta identità di posizioni? Cardini: In buona parte sì. Oggi il totem intoccabile è la democrazia Usa. Anche l?Onu, per esempio, ne sta facendo i conti. Viene ormai assimilata a un?assemblea di nanerottoli e dittatori senza nessuna legittimità. Eppure tutti dovrebbero ricordarsi che la seconda guerra mondiale è stata vinta dall?Occidente alleandosi con uno stato infame, la Russia di Stalin. Che veniva riconosciuto legittimo, anche se infame. Oggi invece questo sistema è stato scardinato, nell?interesse di un?aristocrazia finanziaria e politica che non vuole interferenze nel dominio del mondo. Marx credo si rivolti nella tomba: invece di unirsi i lavoratori, si sono uniti i capitalisti di tutto il mondo! Vita: Non vede spazi alternativi? Cardini: Io rivendico il diritto alla neutralità. E noto che al trasversalismo filo occidentale risponde un trasversalismo opposto e ragionevole. Che è disincantato di fronte alla politica dei trust, che è attento alle possibilità di alternative praticabili e reali. è il trasversalismo di chi sostiene che la guerra non risolve nulla. A meno, aggiungo io, che a volerla non siano quelle centinaia di milioni di persone sfruttate al mondo, schiacciate da questa insostenibile concentrazione delle ricchezze.


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