Mondo

Cina: l’impegno di Azione Aiuto nel Paese

Lanying Zhang, a capo di Azione Aiuto in Cina, racconta le sfide della sua ong nel Paese

di Carlotta Jesi

La Cina apre le porte alle ong: dopo Medici Senza Frontiere e Save The Children, anche i Lyons club sono entrari nel Paese. Ma vaste zone del territorio centrale, denuncia Azione Aiuto, sono ancora completamente chiuse a qualsiasi interferenza internazionale. E il lavoro è una sfida continua, come dimostra quest’intervista a Lanying Zhang, alla guida dell’ufficio operativo di Action Aid in Cina, realizzata da Monica Forte. «Sono nata nella provincia dello Yunnan, nella Cina sud-occidentale. Ho conseguito la laurea all’Università di Pechino. Dal 1993 al 2001, ho lavorato come coordinatrice del programma cinese per conto dell’Istituto Internazionale per la ricostruzione rurale, una Organizzazione non governativa statunitense con sede nelle Filippine». Perché ha deciso di entrare a far parte di Azione Aiuto? «Perché Azione Aiuto mi consentiva di realizzare il mio sogno più grande: lavorare insieme a tanta gente per combattere la povertà» Da cosa nasce l’idea di un progetto in Cina? «Il governo cinese ha raggiunto negli ultimi vent’anni un record mondiale nella riduzione del livello di povertà: da 270 a circa 40 milioni di persone. Possiamo cogliere importanti insegnamenti da questo. Nello stesso tempo lo sviluppo economico in Cina, sempre in crescita, ha fatto nascere nuove forme di povertà contro le quali Azione Aiuto vuole mettere in campo la propria esperienza internazionale a fianco del governo e delle organizzazioni locali». L’ingresso della Cina nell’Organizzazione Mondiale del Commercio e i giochi olimpici del 2008: come questi eventi hanno cambiato o cambieranno la vita quotidiana della popolazione più povera? «L’accesso all’OMC è stato fortemente voluto dal governo cinese per proteggere gli interessi dei circa 900 milioni di agricoltori nel paese. Tuttavia è difficile prevedere l’impatto reale che questo avrà sulla popolazione: dovremo impegnarci per garantire i diritti e gli interessi della popolazione povera. Le Olimpiadi del 2008 hanno suscitato l’entusiasmo della nazione. Probabilmente non vedremo benefici diretti, ma investimenti che potranno aumentare la disponibilità di risorse da destinare ai poveri». Che progetti sta portando avanti Azione Aiuto in Cina? «Stiamo lavorando con gli agricoltori della contea di Huain della provincia di Hebei. Il terreno e il clima in queste zone sono davvero estremi. Ci stiamo concentrando sullo sviluppo delle capacità dei contadini perché possano avere dai loro raccolti il cibo sufficiente per sfamare la famiglia. Ci stiamo inoltre impegnando, in collaborazione con esperti locali, sulle necessità degli emigranti che vivono a Pechino. Due gli obiettivi: incrementare il livello di scolarizzazione dei bambini e assicurare a tutti i necessari mezzi di sussistenza». Piani per il futuro? «È nostra intenzione sostenere i diritti dei lavoratori, in particolare delle donne: la sicurezza sul posto di lavoro e il diritto ad avere una rendita decente. Su questo, come su tutti gli altri fronti d’intervento, continueremo a lavorare a fianco delle agenzie governative e delle numerose ONG locali. Proprio il coordinamento con diverse istituzioni governative e non, rappresenta una delle strategie da noi utilizzate per giungere al massimo e migliore utilizzo delle scarse risorse del territorio cinese.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA