Cultura

Johannesburg: il documento della Caritas italiana

Le emergenze naturali in Italia e in Europa

di Redazione

“Di fronte allo sfruttamento sconsiderato della creazione, originato dall’insensibilità dell’uomo, la società odierna non troverà soluzione adeguata, se non rivedrà seriamente il suo stile di vita. L’attenzione e il rispetto per la natura potranno favorire sentimenti di solidarietà verso uomini e donne, il cui ambiente umano viene costantemente aggredito dallo sfruttamento, dalla povertà, dalla fame o dalla mancanza di educazione e di salute” (Messaggio di Giovanni Paolo II per la XXII Giornata Mondiale del turismo, 26 giugno 2002) La gestione dell?acqua resta un problema per ampie zone del nostro Paese e in Europa. Nelle ultime settimane, nel Nord Italia e, soprattutto, in alcuni Paesi dell?Europa centro-orientale (Repubblica ceca, Germania, Austria, Ungheria, Romania), un?ondata di maltempo ha investito intere regioni provocando decine tra vittime e dispersi, centinaia di migliaia di sfollati e numerosi danni: case allagate, aziende e opere sociali devastate, linee ferroviarie interrotte, frane, fiumi e torrenti in piena, crollo di ponti. Nel Sud Italia, al contrario, l’emergenza siccità continua ad allarmare. La crisi idrica porta con sé diverse conseguenze: intere famiglie devono vivere con un razionamento estenuante dell?uso dell?acqua. In Sicilia, ormai da anni una buona parte degli abitanti riceve l?acqua per poche ore la settimana. Oltre alle cause naturali, la situazione nasce da responsabilità imputabili ad una cattiva gestione del patrimonio acqua: condutture fatiscenti che perdono la metà della loro portata, invasi costosissimi non finiti e non collegati. Noi e l?acqua Nel panorama delle emergenze naturali, a preoccupare maggiormente è il nostro rapporto con le risorse fondamentali dell?ambiente, in particolare con l?acqua. È necessario un cambiamento se non vogliamo precipitare in crisi sempre più gravi: troppi sprechi, infatti, accompagnano il nostro rapporto quotidiano con l?acqua. Alcuni dati decisamente paradossali: un terzo degli italiani non ha accesso sufficiente e regolare all?acqua potabile, eppure l?Italia è il Paese europeo che consuma la maggiore quantità d?acqua pro capite con 980 metri cubi l?anno per ciascun abitante; negli usi domestici siamo ai vertici dei consumi europei, con 249 litri che scorrono ogni giorno nelle nostre case; nell’agricoltura siamo uno dei Paesi che consuma la maggiore quantità d?acqua per ettaro irrigato; inoltre siamo i primi consumatori di acque minerali al mondo. In Italia vi sono 13.000 acquedotti: sia al Sud che al Nord questi acquedotti perdono acqua, ma nel Nord non se ne accorge nessuno perché ce n?è in abbondanza. Acqua, emergenza mondiale Se in Italia la carenza idrica è ancora un’emergenza prevalentemente estiva, in alcune zone del pianeta è una catastrofe. Rispetto a trenta anni fa l’acqua sulla Terra è diminuita del 40% e, nel 2020, sotto la spinta della crescita demografica e per effetto dell’inquinamento, tre miliardi di persone resteranno senza approvvigionamento idrico. Già oggi un miliardo e mezzo di persone, circa un quarto dell?umanità, soffre per la scarsità di acqua. Di fronte ai dati allarmanti sullo stato delle risorse idriche del pianeta, la maggior parte degli esperti hanno dichiarato che “le guerre del ventunesimo secolo scoppieranno a causa delle dispute sull’accesso all’acqua”. Attualmente nel mondo ci sono diversi problemi tra Stati per cause legate all’accesso, all’utilizzo e alla proprietà di risorse idriche. Sembra quasi che la popolazione mondiale si avvii verso un imbarbarimento piuttosto che verso la civiltà. Il problema idrico è una delle cause del conflitto armato in Medio Oriente, area in cui le condizioni climatiche ed idriche sono tra le meno favorevoli del pianeta. In Africa un abitante su due soffre di malattie dovute alla mancanza o alla cattiva qualità dell?acqua; oltre 300 milioni di africani non hanno accesso all’acqua potabile e quasi la totalità non è allacciata ad un sistema fognario: senza un adeguato accesso non potrà esserci per l’Africa uno sviluppo economico e sociale, una normalizzazione della situazione sanitaria, né potrà essere assicurata una vera stabilità politica. Numeri impressionanti, che richiedono una decisa inversione di tendenza nella cura di un bene ormai prezioso, l?acqua, che da prodotto commerciale deve tornare ad essere un patrimonio di tutti da custodire, difendere e salvaguardare. Come negare che l’umanità sta oggi vivendo, purtroppo, un’emergenza ecologica? Una domanda che, speriamo, possa trovare valide risposte tra gli orientamenti e le proposte del prossimo vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile, in programma a Johannesburg dal 24 agosto al 4 settembre 2002. L?impegno di Caritas Italiana e dell?Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro Leggendo la storia della salvezza si scopre che l?acqua è ora una maledizione (cfr. Gn 6,5-8,22: il racconto del diluvio; Salmo 18,5) ora una benedizione (cfr. Es 17,1-7: l?acqua che scaturisce dalla roccia; ), oltre che simbolicamente fonte e segno di vita (cfr. Gn 26, 15-25: i pozzi di Isacco; Gv 4,1-41: il pozzo dei Samaritani). Consapevoli di questo, la Caritas Italiana e l?Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, intervenendo in Italia e, unitamente alla rete internazionale, in diversi Paesi del Sud del mondo, hanno elaborato molti programmi di riabilitazione e percorsi di sviluppo sostenibile e prevenzione ambientale, scegliendo come tematica prevalente il territorio e la sua salvaguardia sociale ed ecologica. Negli interventi progettuali realizzati in Italia e in vari Paesi del mondo, Caritas Italiana e l?Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro hanno cercato sempre il coinvolgimento delle popolazioni colpite e delle Chiese locali. Tra i vari programmi attuati da Caritas Italiana e dall?Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro negli ultimi anni segnaliamo: In Italia ¸ Alluvione in Campania – Sarno, Siano, Bracigliano e Quindici (maggio 1998). Progetti di sostegno materiale e psicosociale alle famiglie alluvionate e avvio di iniziative economiche e sociali in favore dei più vulnerabili: bambini, anziani disabili. ¸ Alluvione in Valle d?Aosta (ottobre 2000). Progetti di sostegno materiale e psicosociale alle famiglie alluvionate e avvio di percorsi informativi e formativi per la popolazione sulla bonifica e manutenzione dei corsi d?acqua. ¸ Alluvione in Calabria – Costa Ionica e tragedia di Soverato (settembre 2000). Progetto di formazione sulle tematiche della legalità, dell?ambiente e della salvaguardia del creato realizzato nelle Diocesi di Locri e di Catanzaro. ¸ Sussidio-itinerario per vivere la Quaresima e la Pasqua 2002: ?Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; scegli la vita?. ¸ Sussidio per le comunità ?Responsabilità per il Creato? a cura dell?Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro e del Servizio nazionale per il progetto culturale (Torino-Leumann, LDC, 2002). Nel Mondo ¸ In Afghanistan: riparazione e riabilitazione di 160 pozzi e costruzione di altri 160 nuovi, in 34 distretti e in dieci province. ¸ In Bangladesh: costruzione di 50 rifugi anticiclone in cemento armato, costruzione di 3500 semplici abitazioni e 500 latrine e centinaia di allacciamenti all?acqua potabile. ¸ In Indonesia: ripristino delle condutture per l?acqua potabile necessaria ai profughi. ¸ In Centro America: progetti di risanamento igienico di base, auto-costruzione di latrine e di pozzi comunitari. Progetti educativi e di promozione della salute e di depurazione dell?acqua. ¸ In Etiopia: riparazione e perforazione di pozzi, approvvigionamento idrico. ¸ In Mauritania: sostegno a programmi di formazione-educazione della popolazione, miglioramento dell?accesso all?acqua potabile. ¸ In Mozambico: riabilitazione di case, scuole e pozzi nei quartieri urbani e nei villaggi rurali. ¸ In molte altre zone del mondo: microprogetti di sviluppo per comunità locali (scavi di pozzi, irrigazione agricola, ecc.). Un bene comune dell?umanità La Caritas Italiana e l?Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro colgono l?occasione per rilanciare una politica ?solidale? dell’acqua basata su alcuni principi: l?acqua è un bene comune, patrimonio dell?umanità; ogni specie vivente ha il diritto di accedere all?acqua potabile; la lotta alla povertà passa anche attraverso la tutela dell?acqua; la collettività deve farsi carico della gestione del bene acqua evitando speculazioni sui servizi ai consumatori. Cammini educativi La comunità cristiana può aiutare a maturare la convinzione che l?acqua è una risorsa limitata, attraverso progetti e azioni concrete, già approfondite nel citato sussidio ?Responsabilità del creato?: sviluppando nelle Diocesi, nelle parrocchie e nelle scuole modalità di informazione e di educazione che spieghino il problema della scarsità, dell?iniqua ripartizione dell?acqua e il dovere di sfruttare meno e condividere con forme nuove i beni naturali che sono di tutti; richiamando le amministrazioni pubbliche e gli enti locali ad un maggior rigore nell?applicare tutti i piani di riammodernamento e di sviluppo delle reti idriche mediante una coerente programmazione e un utilizzo rapido e corretto dei finanziamenti disponibili; invitando le famiglie a ridurre il proprio consumo, a monitorare e ottimizzare l?uso dell?acqua e a non inquinare. È importante acquisire consapevolezza dei nostri comportamenti e di come modificarli secondo criteri di giustizia. Il risparmio economico ottenuto dalla riduzione dei consumi può essere devoluto per finanziare progetti nel Sud del mondo legati proprio alla risorsa dell?acqua; maturando una nuova spiritualità in armonia con il creato, costruita su scelte e stili di vita che riprendono le virtù della parsimonia, della sobrietà, della frugalità come dimensioni della povertà cristiana. La crisi idrica potrà essere affrontata adeguatamente con una nuova consapevolezza del ruolo dell?acqua per la vita e lo sviluppo, perché il nostro futuro, se lo vogliamo possibile, dovrà essere ineluttabilmente contrassegnato dalla sobrietà.


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