Famiglia

Perde i figli la mamma che ha cattive amicizie

Per la Cassazione i figli minori non vanno affidati a una donna che ha "cattive" frequentazioni e parenti con la fedina panale sporca

di Redazione

La mamma separata frequenta malviventi e ha parenti con la fedina penale sporca: può perdere l?affidamento dei figli. E? questo l?ultimo orientamento della Cassazione, secondo la quale un simile contesto socio-familiare ?evidenzia probabilità di danni all’educazione e allo sviluppo della personalità? dei bambini. La prima mamma a fare i conti con questo orientamento è Daniela F., una donna romana alla quale è stata tolta la figlioletta Ambra, che le era stata data in affidamento dal Tribunale di Roma dopo la burrascosa separazione dal marito, Luigi G. Fatali per Daniela sono stati i suoi ?limiti morali?. Sulla base dei quali la Corte di Appello di Roma, su richiesta di Luigi, ha dovuto riscrivere la sentenza di primo grado affidando la piccola alle cure dell’uomo. A far cambiare idea ai giudici sull’idoneità della madre a crescere con sé la ragazzina, sono state più circostanze. In primo luogo Daniela frequentava malviventi del sottobosco romano. E, per di più, aveva un padre, ossia il nonno di Ambra, già condannato in sede penale per atti di libidine in danno di minori. I Supremi giudici spiegano che ?le azioni della donna o dei suoi familiari? mettono in luce ?probabilità di danni all’educazione e allo sviluppo della personalità di Ambra, per effetto dell’eventuale convivenza con la madre, data la carenza di valori che la condotta della stessa dimostra?. Quanto al nonno, si aggiunge che il convincimento di affidare la bambina al padre, non può che risultare ?rafforzato? dalla sua condanna per atti di libidine. Daniela, inoltre, ha perso anche il diritto all’assegno di mantenimento per sé, in quanto è stata penalmente condannata, anche se solo in primo grado, per aver dato mandato di eseguire una rapina contro Luigi. A proposito, la Cassazione condivide il giudizio della Corte d’Appello che ha ritenuto ?sintomatico di comportamenti violativi dei doveri nascenti dal matrimonio? l’incarico ?dato da un coniuge a terzi per l’esecuzione di una rapina in danno dell’altro?. E a nulla è valso, per attenuare la responsabilità della donna riguardo all?addebito della separazione, il fatto che la sua decisione di commissionare la rapina contro Luigi, sia stata presa dopo che la coppia era già separata. Osserva in merito la Suprema Corta che ?il dato cronologico è secondario per la gravità dell’azione della donna, che evidenzia un atteggiamento lesivo della dignità e onorabilità del marito, determinante l’addebito?. Invano Daniela ha invocato la relazione tecnica d?ufficio di primo grado, secondo la quale alla donna poteva essere concesso l?affidamento della figlia. Nella relazione, il consulente parlava di ?gravi problemi che affliggono l’uomo (Luigi) quali turbe caratteriali, personalità con tratti narcisistici e difficoltà di controllo degli impulsi di identificazione sessuale?.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA