Cultura

Il nuovo GasCD? Ossigeno e democrazia in musica

Recensione del cd "GasCD"

di Enrico Barbieri

Solidarité, solidarité, gridato forte. Poi i tamburi e qualche sparo… Può cominciare il viaggio a ritroso di GasCD, progetto concepito nell?aprile del 2001, dopo la cruda repressione nelle dimostrazioni a Quebec-City, e sbocciato finalmente a ridosso dell?uccisione di Carlo Giuliani a Genova. Per uno di quei bei paradossi della musica, l?idea viene partorita proprio negli Usa, cuore dell?impero contestato: 32 artisti Usa si impegnano a sostenere chi si batte contro gli effetti della globalizzazione e per difendere la libertà di parola. Lo fanno con i loro mezzi: ritmi, chitarre, voci. A un anno dalla morte di Carlo Giuliani, esce dunque il doppio GasCD, assieme al gemello italiano Piazza Carlo Giuliani ragazzo (99 Posse, Africa Unite, Mau Mau tra i partecipanti). Restiamo però sul disco made in Usa perché, al di là delle motivazioni, dentro c?è anche musica di alta qualità. Se il gas del titolo allude all?uso massiccio di lacrimogeni, il doppio commuove senza bisogno di soluzioni chimiche: con la voce di Ani Di Franco in Your Next Bold Move, amarognola ballata acustica; con il funky di Olu Dara in Red Ant; e ancora con iniezioni di hip hop e rock pesante, con il basso di Bill Frisell. A sostegno di ong i proventi del disco. Ma vero merito di GasCD è di restituirci una di quelle illusioni del rock assopite da troppo tempo: della musica come momento di coscienza, di protesta e aggregazione. Altro che gas: ossigeno, democrazia e tolleranza in forma-canzone.

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