Volontariato

Il j’accuse del cardinale. I mangiArgentina

Buenos Aires. Parla Jorge Mario Bergoglio. L'analisi di uno degli uomini più ascoltati del Paese.

di Paolo Manzo

Buenos Aires Appuntamento alle undici di mattina, di fronte alla Basilica di San Nicolàs di Bari. Un nome che testimonia la forte presenza di italiani. In un quartiere tra i più ricchi di Buenos Aires, Barrio Norte. Fuori fa freddo. Entro, mi faccio annunciare a quello che, in tanti, considerano l?unico vero punto di riferimento, in questa Argentina in balia della crisi. Anche se lui non l?ammetterà mai. Sessantacinquenne, figlio d?emigranti piemontesi, padre ragioniere, il cardinale Jorge Maria Bergoglio è quello che i più definirebbero un uomo umile, posato, intelligente, tenace ma mai sopra le righe. Molti esperti in cose vaticane lo mettono in pole position nella successione al soglio pontificio di Papa Giovanni Paolo II. Anche per questo hanno fatto scalpore alcune sue dichiarazioni recenti: ?L?opposizione del povero e la frode nel salario agli operai sono due peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio. Siamo stanchi di sistemi (economici, ndr), che producono i poveri perché poi la Chiesa li mantenga?. Frasi forti, sbattute in faccia al mondo. Fuori da San Nicolàs una fila di poveri chiede aiuti alla parrocchia, alla Caritas, gli unici che in questa parte di mondo aiutano i poveri, dimenticati dallo Stato. Finalmente una persona s?affaccia e dice: ?Llegò Monsinor. E? arrivato il cardinale?. Che si scusa per il breve ritardo con un?umiltà che lascia stupiti. Eminenza, cosa è successo in Argentina? ?Tanti gli aspetti di questa crisi: la dilapidazione del denaro del popolo, il liberalismo estremo mediante la tirannia del mercato, l?evasione fiscale, la mancanza di rispetto della legge, la perdita del senso del lavoro. Una corruzione generalizzata che mina ogni coesione e ci toglie prestigio davanti al mondo. Questa è la diagnosi. Ma la radice della crisi argentina è di ordine morale?. Terrorismo finanziario La cosa più triste per chi vede Baires oggi sono queste file di poveri, che s?accalcano davanti ai consolati per un passaporto valido per l?espatrio in Europa, le file davanti alle casas de cambio per cambiare in dollari i pochi pesos rimasti, le file per ritirare pensioni da fame, quelle davanti alle Chiese ed agli uffici Caritas per avere aiuti. Un intero Paese in coda, insomma? Interviene padre Guillermo Marcò, il portavoce ufficiale ed animus pugnandi politico di Bergoglio: ?Guardi, qui è accaduto ciò che avviene in tutti i Paesi dove si fanno questi tipi di politiche neoliberiste: una classe di persone che ha molti soldi e che s?arricchisce moltissimo, al punto che nel 2001 i ricchi sono aumentati del 6%. Ed una classe povera che compone circa il 50% della restante popolazione: un 25% di disoccupati ed un altro 25% di sottoccupati?. Questi sono i risultati delle politiche che i Paesi sviluppati applicano e consigliano con l?Fmi a Paesi come l?Argentina. Ed in proposito Jorge Marco Bergoglio non ha dubbi: ?Un terrorismo economico- finanziario che ha fatto crescere il numero dei ricchi e dei poveri ed ha ridotto drasticamente la classe media?. E poi il disastro nel campo dell?educazione? ?Già. Davanti al modo barbaro in cui s?è compiuta in Argentina la globalizzazione economica, la Chiesa di questo Paese si rifà alle indicazioni del magistero?. Il punto è che, prosegue il cardinale, ?l?economia speculativa non ha più bisogno neppure del lavoro, non sa che farsene. Insegue l?idolo del denaro che si produce da sé. Per questo non si hanno remore a trasformare in disoccupati milioni di lavoratori?. Un mondo egoista ?Quando si legge il Vangelo?, è di nuovo padre Marcò ad intervenire, ?si capisce che Gesù parlava sia coi fatti sia con le parole. Non solo denunce, ma anche esempi concreti. Questo è stato tradotto molto bene nella pratica da alcuni alti prelati argentini. Quella nostra, di oggi, è una pedagogia della vicinanza e dell?accompagnamento, ma anche di denuncia, sin dagli anni del menemismo?. Ma oltre al modello economico cosa denunciate in concreto? ?Le faccio un esempio. Concretissimo. Ypf (la maggior compagnia petrolifera del Paese, ndr) pochi anni fa aveva 50mila dipendenti, oggi sono 5mila. Ma dell?1,2 miliardi di dollari che lo scorso anno ha guadagnato in tutto il mondo Repsol- Ypf, che oggi è spagnola, 800 milioni di dollari li ha lucrati in Argentina. Che economia è mai questa??. La Chiesa qui offre un messaggio sia sociale, di denuncia, sia di fede, incoraggiando la speranza. ?Ci atteniamo alle parole della Bibbia: se vedi tuo fratello che sta soffrendo il freddo e la fame e gli dici solo ?Va? in pace?, non stai compiendo la tua missione. Mostrami le tue opere e ti dirò quant?è grande la tua fede. Per questo stiamo dando da mangiare ad oltre 320 persone che dormono in strada. Proprio qui, dove vivono molte delle più ricche famiglie argentine. Un numero così elevato di gente indica un deterioramento della società enorme. Tutto questo se lo merita la classe dirigente. Ma il popolo argentino no?. Ha uno scatto d?orgoglio padre Marcò nell?aggiungere che ?gli abitanti dell?Italia e della Spagna non dovrebbero mai dimenticare che in momenti tanto terribili per la loro storia, l?Argentina fu un Paese dalle porte aperte. Che permise agli immigrati d?entrare. E, invece, proprio oggi quegli stessi Paesi chiudono le loro porte ai nuovi immigrati. Bisogna riflettere su che tipo di mondo stiamo costruendo? Un mondo molto egoista?. Difficile dargli torto.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA