Sostenibilità

Battaglie ambientali/2. Ora quel ponte ci va più Stretto

Rinvigoriti dallo scacco al traforo del Gran Sasso, ambientalisti e comitati spontanei consolidano l’opposizione alla mega opera (di Vincenzo Canonaco)

di Redazione

L?Abruzzo insegna: Lunardi può anche perdere. Rassicurate dal mezzo scacco del ministro sul terzo traforo del Gran Sasso (successo insperato della società civile abruzzese) le associazioni calabresi moltiplicano gli sforzi. La mobilitazione cresce. E non è più una minoranza di ambientalisti che alza cartelli contro la faraonica ottava meraviglia del mondo. La lista delle associazioni nazionali e locali è cresciuta all?inverosimile. I Verdi calabresi hanno avviato una petizione popolare, mentre Legambiente, Wwf, Italia Nostra, il coordinamento ?Tra Scilla e Cariddi?, i Social Forum di Messina e Reggio Calabria sono pronti per un?altra petizione, che chieda maggiore trasparenza nelle procedure per la progettazione dell?opera. Ma l?elenco dei gruppi mobilitati è lungo: Gente in Aspromonte, Cronos 1991, Amici della Terra, Greenpeace, comitati spontanei per la difesa delle due sponde, tanti docenti universitari. Come Alberto Ziparo, docente di Urbanistica a Firenze e animatore del coordinamento. Non si stanca di denunciare che «l?area antistante lo Stretto è punto di passaggio di molta fauna migratoria, di alcune specie in estinzione: la trasformazione del paesaggio sarà un disastro». Ma non ci sono solo problemi ambientali. Piero Idone, presidente dell?associazione Pelagos-Egea ricorda che il Comune di Villa San Giovanni sta procedendo alla redazione del piano regolatore generale, spendendo diverse decine di migliaia di euro senza tener conto del progetto del Ponte «perché non c?è un riferimento istituzionale certo». Tra la gente si teme l?effetto anni 70, ovvero l?apertura dei cantieri «per raschiare miliardi». Nei giorni scorsi molte manifestazioni popolari: anche la consueta traversata a nuoto che approda a Cannitello si è trasformata in un protesta. «Legambiente si è organizzata con dei centri di azione giuridica», racconta Lidia Liotta, presidente calabrese. Serviranno per «seguire le procedure che verranno messe in atto per la progettazione, la valutazione di impatto ambientale e l?eventuale cantierizzazione». Vincenzo Canonaco


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