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Marco Vitale, ministro per le ong. Farnesina arcobaleno

Berlusconi ha preso ancora tempo per lasciare l’interim, ma si sprecano i pronostici per il futuro numero 1 della politica estera.

di Redazione

L?impresa è ardua se neanche Ciampi è riuscito a schiodare Berlusconi della poltrona di ministro degli Esteri, ma i protagonisti della cooperazione italiana non si arrendono e per la Farnesina candidano Marco Vitale. L?ex coordinatore della Gestione fondi privati di Missione Arcobaleno, con il 25% delle preferenze vince il sondaggio di Vita, un?indagine fra una cinquantina di dirigenti delle ong italiane, chiamati a scegliere fra alcuni papabili dell?attuale maggioranza. Non il ministro ideale, quindi, ma il miglior ministro possibile, oggi. Dal cilindro esce appunto Vitale, che non è uomo di palazzo, ma proviene dalla società civile. L?unico in grado, ci si augura, di mitigare la tanto sbandierata riforma della diplomazia stile telemarket voluta dal premier. «Ambasciatori travestiti da commessi viaggiatori?», commenta Raffaele K. Salinari di Terre des hommes. «L?impianto della riforma va rifiutato in toto». Vitale appare quindi come la valvola di sfogo di un mondo in fibrillazione. Amarcord Ruggiero Lo testimonia anche il 15% dei consensi raccolti da Renato Ruggiero, candidato impossibile, che una buona fetta di cooperanti ha votato provocatoriamente, malgrado non fosse indicato nella griglia di nomi proposta da Vita. Lucida l?analisi di Giuseppe Crippa, presidente di Movimondo: «Ci si riempie tanto la bocca con il modello canadese, poi si dimentica che quel sistema prevede anche un viceministro con delega alla Cooperazione». Un buon risultato lo ha ottenuto anche Roberto Formigoni. Molti cooperanti ricordano la sua missione a Baghdad nel 91 per riportare a casa gli ostaggi italiani. Il 15% delle preferenze lo vede al timone della Farnesina, grazie «all?esperienza maturata in questi anni da governatore della Lombardia durante i quali si è creato una fitta rete di relazioni internazionali». Sul secondo gradino del podio, alle spalle del tecnico Vitale, si sono piazzati a pari merito, con un quinto delle preferenze, il ministro Franco Frattini e il sottosegretario con delega all?Africa, Alfredo Mantica. Due cavalli della scuderia del Polo che assicurano una conoscenza perfetta dei gangli ministeriali. Apprezzati, in particolare, l?impegno di Mantica nel promuovere la cooperazione bilaterale (anche se nei fatti il 77% dei fondi stanziati sono ancora finalizzati all?aiuto multilaterale) e l?attenzione del viceministro per le questioni concrete come quando, interpellato sulle difficoltà della cooperazione in Africa, disse: «Non possiamo far emettere fatture con codice fiscale ai cammelli». Pochi consensi ha ottenuto, invece, la candidatura di un altro viceministro, il centrista Mario Baccini, parlamentare Udc. Ma la delusione per un?agenda che vede nella promozione del Team Italia la priorità e lascia senza ossigeno la lotta alla fame e alla povertà ha generato risposte anche sopra le righe. «Chi potrebbe veramente incidere come ministro degli Esteri oggi in Italia? Il Papa», ha sentenziato piccato un cooperante. È realista invece Sergio Marelli, presidente dell?Associazione delle ong italiane, preoccupato, più che per il nome del successore alla Farnesina, per l?approccio di Berlusconi «chiaramente agli antipodi di quanto pensiamo debba essere la politica estera». «Nel suo discorso di un?ora e un quarto alla conferenza degli ambasciatori, anche molto accattivante», fa notare, «non è mai stata citata la parola cooperazione allo sviluppo». Davvero indicativo. Quasi come il risultato del nostro sondaggio: il ministro degli Esteri eletto dal Terzo settore, Marco Vitale, è infatti un tecnico. Proprio ciò che Berlusconi, dopo la parentesi Ruggiero, non metterà mai alla Farnesina. Stefano Arduini e Paolo Manzo


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