Famiglia

Afghanistan: appello Caritas un milione di persone dimenticate dagli aiuti

Un appello per raccogliere, fra tutte le sedi nazionali, 25 milioni di euro da destinare ai villaggi e alle regioni dell'Afghanistan che sono stati meno raggiunti dagli aiuti internazionali

di Redazione

La Caritas ha lanciato un appello per raccogliere, fra tutte le sedi nazionali, 25 milioni di euro da destinare ai villaggi e alle regioni dell’Afghanistan che sono stati meno raggiunti dagli aiuti internazionali dopo la guerra contro il regime talebano. Le Caritas di tutto il mondo erano gia’ intervenute lo scorso anno, con un impegno di 15 milioni di euro, per dare aiuto ai profughi afghani. ”Ci sono ancora un milione e mezzo di persone – sottolinea l’associazione -, in gran parte ammassate alle periferie delle citta’, in attesa di ritornare ai propri villaggi, distrutti o abbandonati da 23 anni di guerra, e da una siccita’ che ha colpito il Paese per tre anni di seguito. Bisogna fare tutto il possibile, prima del lungo inverno che, per almeno quattro mesi, blocchera’ le vie di comunicazione. Ecco perche’ la Caritas, a fine luglio, ha elaborato un nuovo e piu’ impegnativo programma per i rifugiati rientrati in massa nel Paese”. Gli aiuti saranno destinati alla costruzione di case e scuole, alla soluzione dei problemi sanitari, nonche’ all’avvio di coltivazioni e di attivita’ di riconciliazione. In particolare, specifica la Caritas, ”la Commissione internazionale cattolica per le migrazioni sta gia’ provvedendo ad assistere 60 mila persone che dai confini del Pakistan tornano a Kandahar. Sara’ poi ultimato a meta’ agosto un campo di accoglienza a Zhary Dasht, dove verranno accolti i rientrati con un pasto caldo ed una tenda per la notte”. ”Sono due i progetti immediati – conclude la Caritas -: il rientro di 483 famiglie (3.100 persone) originarie della Valle del Panshir, cioe’ la linea del fronte nel recente conflitto, e la costruzione di quattro scuole primarie nella regione di Ghor, tra le piu’ abbandonate del Paese. Il costo totale e’ di 500.000 euro per il rientro (poco piu’ di mille euro a famiglia) – che comprende la costruzione di cento case tradizionali per le famiglie piu’ vulnerabili, una scuola, viveri e combustibile per sei mesi – e di 155.000 euro per le quattro scuole di Ghor. Queste scuole accoglieranno per la prima volta anche ragazze. Si stanno inoltre valutando anche progetti a lungo termine quale la realizzazione di una scuola professionale”.


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