Welfare

M.O. Amnesty stigmatizza l’Alta Corte israeliana

Amnesty International ha condannato la decisione adottata ieri dall’Alta corte di giustizia israeliana che consentirà la demolizione delle case dei familiari dei presunti terroristi

di Redazione

Amnesty International ha condannato la decisione adottata ieri dall?Alta corte di giustizia israeliana che consentirà la demolizione, senza il diritto di revisione giudiziaria, delle case dei familiari delle persone che si ritiene abbiano commesso attacchi contro gli israeliani. ?Questa decisione concede il via libera alle punizioni collettive nei Territori Occupati? – ha dichiarato Elisabetta Noli, vice presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. ?Distruggere le case palestinesi allo scopo di punire intere famiglie per un reato commesso da altre persone, rappresenta un crimine di guerra?. Sino ad oggi, le persone le cui case erano state demolite come punizione collettiva potevano almeno appellarsi a un tribunale. Ora anche questa possibilità viene loro negata. Negli ultimi mesi l?esercito israeliano ha demolito le case di persone ritenute coinvolte in attacchi contro gli israeliani spesso contemporaneamente, causando la distruzione o il danneggiamento delle case dei vicini. L?Alta corte di giustizia di Israele ha accettato l?applicazione dell?articolo 119 dei Regolamenti di emergenza del 1945, risalenti al Mandato britannico, il cui testo autorizza il comandante militare a demolire qualunque casa in cui una persona o membro della famiglia non solo possieda armi, pistole o dispositivi incendiari ma abbia anche assistito altre persone in possesso di tali materiali. ?I palestinesi dei Territori Occupati sono protetti dalla Quarta Convenzione di Ginevra, il cui articolo 33 proibisce le punizioni collettive. Vaste distruzioni di proprietà non giustificate da necessità militari e condotte in modo illegale e brutale, rappresentano una grave violazione della Convenzione? ? ha concluso Noli.


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