Mondo

Attacco all’Iraq: in Usa tutti d’accordo

Lo rivela il Washington Times di oggi

di Paolo Manzo

Gli Stati maggiori riuniti Usa concordano ora ”pienamente” sull’opzione militare contro l’Iraq. Lo sostiene il Washington Times citando due fonti dell’amministrazione Bush, secondo cui ora tutti e sei i comandanti riuniti (il Presidente, Richard Myers, il suo vice, Peter Pace, e i capi di stato maggiore di esercito, marina, aeronautica e marines) sostengono l’ipotesi del ricorso alla forza per rovesciare il regime di Saddam Hussein. Sono quindi decadute le obiezioni sollevate nei mesi scorsi da alcuni dei membri degli Stati maggiori riuniti circa l’elevato numero di vittime di una simile operazione, il possibile uso di armi chimiche contro i militari americani da parte degli iracheni e la gestione della difficile situazione post bellica nel paese. Sempre secondo le fonti, i piani militari considerati in questi giorni prevedono l’impiego di 200mila uomini.”Ora abbiamo dalla nostra parte la leadership militare” -ha commentato una delle due fonti citate dal quotidiano americano tradizionalmente vicino agli apparati della sicurezza Usa proprio mentre emergono i nuovi piani illustrati lunedl dal generale Tommy Franks, il capo del ”CentCom” da cui dipenderebbe anche un intervento in Iraq, oltre alla operazioni in corso in Afghanistan, alla Casa Bianca. L’intervento potrebbe scattare nell’inverno del prossimo anno, con il coinvolgimento di 200mila uomini, in operazioni di terra, aria e acqua. Ma prima, si spiega, Washington dovrebbe rafforzare la presenza dei militari in Kuwait, al confine con l’Iraq, per inviare a Baghdad un messaggio forte e ”non ambiguo: se combattete siete finiti”.


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