Mondo

Attacco all’Iraq: spazio a soluzione diplomatica

Primi spiragli a poche ore dall'inizio della riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu dedicata alla proposta di Baghdad di avviare ''colloqui tecnici'' sulle ispezioni

di Paolo Manzo

Primi spiragli per una soluzione diplomatica della crisi irachena, a poche ore dall’inizio della riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu dedicata alla proposta di Baghdad di avviare ”colloqui tecnici” sulle ispezioni. Anche se gli aerei anglo americani impegnati nel controllo della no flight zone del sud del paese hanno bombardato una postazione della contraerea in risposta a una non precisata azione ostile irachena e, secondo quanto rende noto il settimanale Newsweek, l’amministrazione Bush ha chiesto all’industria bellica nazionale un particolare sforzo per rifornire gli arsenali svuotati dalle operazioni in Afghanistan. La Russia è pronta a svolgere una mediazione. Il vice ministro degli esteri russo, Alexandr Saltanov, a Baghdad la scorsa settimana, ha sottolineato che l’invito rivolto agli ispettori Onu dal ministro degli esteri iracheno, Naji Sabri, è ”senza condizioni” e che la comunità internazionale deve ora dare all’Iraq ”una risposta adeguata”. Baghdad ha inoltre invitato anche una delegazione del Congresso degli Stati Uniti a visitare gli arsenali ed i laboratori accusati di produrre armi di distruzioni di massa in una visita di tre settimane. Immediata la risposta, negativa, degli Stati Uniti. Un portavoce del Presidente Bush ha sottolineato che ”l’Iraq non è in una posizione in cui può permettersi di negoziare”. La proposta, questa volta, arrivava dal presidente del Parlamento iracheno, Saadoun Hammadi che assicura che alla delegazione parlamentare statunitense verrà data ”ogni opportunità di ispezionare e controllare ogni impianto o istallazione accusata di produrre, o tentare di produrre, armi di distruzione di massa o armi nucleari”. I parlamentari Usa potranno anche aggiungono avviare controlli ”in profondita”’ alla ricerca di eventuali laboratori sotterranei. La lettera di quattro pagine è stata inviata ai leader di Camera e Senato, il repubblicano Dennis Hastert ed il democratico Tom Daschle, attraverso l’ambasciata polacca a Baghdad che rappresenta gli interessi americani in Iraq. Hammadi è un esponente di spicco dell’establishment politico iracheno, considerato molto vicino a Saddam Hussein. La lettera è stata recapitata dopo un suo incontro, avvenuto venerdì scorso, con il rais iracheno. Nell’invito, Hammadi sostiene di aver deciso di invitare la delegazione dopo aver ascoltato le dichiarazioni dei leader del Congresso che hanno chiesto all’amministrazione di essere consultati prima di una decisione finali sull’attacco. ”Una volta che la vostra delegazione e gli esperti in tutti i campi più importanti avranno avuto la possibilità di visitare ed ispezionare l’Iraq, la decisione sarà necessariamente vostra”. Nella lettera, il presidente del parlamento iracheno accusa poi l’amministrazione americana di non dare ”al popolo americano la possibilità di conoscere quale sia la verità”.


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